SHEARWATER, Animal Joy

Animal Joy

Visto il cammino degli Shearwater, diviene chiaro che il responsabile del lato più drammatico e dark dei pezzi degli Okkervil River fosse Jonathan Meiburg. Man mano, soprattutto con il recente trittico (dalla qualità altalenante) Palo Santo, Rook e The Golden Archipelago, il gruppo di Austin ha trovato il sound che desiderava avere: Animal Joy è un po’ la conferma degli obiettivi raggiunti. Registrato da Danny Reisch (al lavoro con gli Okkervil e con gli Spoon) e mixato da Peter Katis (The National, Interpol, Frightened Rabbit), è l’esordio su Sub Pop e riassume alla perfezione ciò che Jon è capace di realizzare. Il gruppo è attento a ottenere il miglior bilanciamento dell’architettura sonora dei pezzi, fatta di inserti acustici e strati di elettronica tra synth pop ed escursioni dark (più profonde che in passato come nella splendida “Insolence”). Da questo punto di vista fila tutto per bene e la differenza rispetto al recente passato sta tutta nel livello di scrittura raggiunto. “Animal Life” è subito un esempio del mood del disco, dato che ne contiene tutto l’immaginario artistico, sia dal punto di vista musicale sia da quello concettuale. Con “Breaking The Yearlings”, poi, appare ancor più evidente il ricorso a un’immediatezza che non stona abbinata all’afflato epico ed enfatico proprio della musica degli Shearwater, nonostante a tratti il confine con il kitsch divenga meno distinguibile. L’uniformità qualitativa regna, tranne quando Meiburg ricorre al suo potere di creare melodie malinconiche cariche di spleen, come in “You As You Were”. Ora si attende l’eventuale scossone, come quello praticato da Sheff nell’ultimo Okkervil River con risultati alterni. Ma si sa: nessun cambiamento è gratis.