SHAPEDNOISE, Different Selves
Anni fa uno, se proprio non era ricco e a casa aveva chissà cosa, quando capitava in un cinema nuovo provava quella sensazione di avvolgimento che anni di ascolti “poveri” gli avevano negato e sentiva sul corpo la potenza dei bassi, col suono che lo investiva e arrivava da tutte le direzioni, non solo da davanti. Prima dell’inizio di ogni film, la società Dolby magnificava (anche adesso, ma meno, mi sembra) i propri progressi nel campo dei sistemi audio con delle specie di bellissimi spot che puntavano a far sentire nitidamente tutte le frequenze dello spettro, come se dovessero sverginare le orecchie. Anche la riproduzione del rumore diventava in qualche modo hollywoodiana, un po’ come in Different Selves di Nino Pedone (Shapednoise), pubblicato dalla favolosa Type Records di John Twells. Non è infatti importante scrivere che qui c’è una collaborazione con Justin Broadrick, per quanto una scelta del genere dica chiaramente che Pedone vuole la “pacca” dei Godflesh, per i quali ha pure aperto. Mi sembra invece prioritario far notare che lui è un po’ come quegli stilisti che avevano portato il look grunge – ma lucidato e luccicante – sulle passerelle.
Con la Cosmo Rhythmatic (side label della Repitch), che gestisce assieme a Pasquale Ascione e Davide Carbone, Nino cos’ha prodotto? Vigroux e poi Vainio + Vigroux. Uno tiene a mente gli schiaffoni che questi due hanno mollato negli ultimi anni, certi scenari scuri che sanno creare e pure la capacità di Vainio di giocare col silenzio e il suo opposto, poi mescola queste cose coi progetti di Broadrick e con reminiscenze dalla galassia “dance” e da quella raster-noton ed ecco che può recensire Different Selves senza mai averlo ascoltato. Esperienza rivelatrice è quella con “Intruder”, una traccia per certi versi incredibile, ma che sembra – consciamente o meno – un progetto di sound design per un videogioco in soggettiva, magari dentro un cabinato, con fischi che lasciano immaginare che ci siano missili diretti dritti verso di te e con esplosioni percepibili di lato e in faccia. Fatto benissimo, per carità, tutto architettato per dare una sensazione di tridimensionalità e di movimento nello spazio, ma attenzione solo a una cosa: non c’è il Male, quello con la “M” maiuscola. C’è l’industrial/noise, ma non Brighter Death Now, c’è la fisicità, ma non i Pan Sonic, c’è il buio, ma non i Darkthrone, o ancora la pesantezza, ma non gli Swans, e così via… Qui è tutto compresso dentro a un blockbuster. Non fraintendiamoci, io non ho mai pensato che sia necessario dedicarsi solo a registi iraniani o ungheresi, quindi non dirò mai a nessuno che è stupido ad andarsi a vedere gli Avengers o – ma occorre essere più vecchi – la trilogia di “Matrix”, anzi… Intriga solo un po’ come paragone? Allora è fatta, è da prendere subito.
Tracklist
A1 Enlightenment (Feat. Justin K. Broadrick)
A2 Intruder
A3 Dream Within A Dream
A4 Well-Being
B1 Travels In The Universe Of The Soul
B2 What Is It Like?
B3 Heart-Energy-Shape
B4 The Man From Another Place
B5 Escalation