SHAPE OF DESPAIR, Alone In The Mist
Alone In The Mist non è il nuovo lavoro dei finnici Shape Of Despair, bensì la stampa del loro primo demo (anno 1998, quando si chiamavano ancora Raven), fino a oggi rimasto nel cassetto. Quattro di questi pezzi si trovanonel full length di debutto “Shaed Of…”, mentre “To Adorn” è inclusa nella raccolta omonima pubblicata nel 2005. L’unico inedito è la strumentale “Outro”, posta alla fine del disco. Il platter è registrato con la vecchia formazione, che vedeva alla voce Toni Maensivu al posto dell’odierna Natalie Koskinen. Quello che scaturisce da questa primissima prova è un viaggio sospeso tra le nebbie e il gelo di una notte di gennaio, immerso nell’oscurità e nella pace più assoluta. Non c’è un sussulto di violenza né di prevaricazione in ciò che gli Shape Of Despair suonano. C’è invece una ricerca tenace verso la più completa pace e tranquillità. Una voce profonda e soffusa, quasi nascosta, ci conduce in luoghi dal sapore mistico e incantantato. Le chitarre sprigionano un’energia ordinata e oserei dire gentile, nel prenderci per mano dolcemente facendoci immergere in un’atmosfera rarefatta e avvolgente. I paesaggi che dipingono sono mozzafiato: colori scuri che giocano con ombre nel rincorrersi avvolte in una nebbia persistente, che non fa più distinguere cosa sia reale e cosa sia frutto della fantasia che l’ascolto di questo disco induce. Fantasia che fa volare in alto, in un profluvio di emozioni, bagnata da una tristezza insita per il passato che non tornerà. Quella tristezza che però non è sinonimo di depressione, quanto invece di gioia per ciò che si è vissuto e che ci fa da ponte per ciò che vivremo. La nostalgia, qui in una versione quasi soprannaturale, come un fantasma che ci conduce a riscoprire il nostro passato. Non è da tutti saper incarnare sentimenti così profondi, magnifici, ma che suscitano in noi anche una certa paura, visto che viverli è sempre un’incognita. Gli Shape Of Despair non hanno paura invece di abbracciarli e di dischiuderli di fronte a noi…