SETA, Stupide Abitudini
Questo è il secondo album di un gruppo veronese (basso, batteria, chitarra, voce, synth) influenzato da ciò che in Italia funzionava negli anni Novanta, finendo in classifica e a volte pure al cinema (o viceversa), come ad esempio la squadra Aldo, Giovanni e Giacomo e Negrita. I Seta prendono un po’ da questi ultimi, cioè – se c’è bisogno di un altro esempio italiano di quel periodo – un rock disinnescato tipo Mondi Sommersi dei Litfiba, poi cercano di combinarlo coi Depeche Mode. Per quanto riguarda la componente elettronica, dunque, non hanno senso i paragoni fatti altrove coi Subsonica, perché all’epoca Casacci e soci iniettavano nel loro sound cose diverse da quelle firmate Martin Gore. Non aiuta nemmeno parlare di Bluvertigo (per quanto più a ragione), perché Morgan e Andy a casa avevano dischi di tutta la wave e li esibivano, i Seta no o quantomeno non traspare.
Stupide Abitudini è una raccolta di pezzi a misura di radio, con la storia d’amore come tema (in questo caso siamo soprattutto nella fase del “mollamento”, come la chiamano dalle mie parti). I Seta, anzitutto, in repertorio hanno il brano più sostenuto: ritornello a presa rapida, ricamo elettronico, il bridge, l’assolo di chitarra ben suonato e mai invasivo. Sono inoltre capaci di scrivere anche la canzone triste su ritmi blandi, sbilanciandosi magari sulla parte electro e arrivando in alcuni frangenti a ricordare i La Crus. La band si muove senza inciampare, anche perché tra via vecchia e via nuova non ha dubbi, il cantante non le è da meno, nonostante a volte scelga le alte apparentemente senza motivo.
Raccomandato se volete un disco rock italiano della seconda metà degli anni Novanta (che reazioni scomposte avremo nel 2036, quando qualcuno sentirà il bisogno di attingere dai Negramaro?).
Tracklist
01. Il Mio Respiro
02. Verità Nascosta
03. Stupide Abitudini
04. Fermo Immagine
05. Vibrazioni Sterili
06. Orgoglio
07. Le Tue Risposte
08. Tutto Questo Tempo
09. Ti Vedo Ridere