SCOUR, Scour Ep
Apro questa recensione con due considerazioni, ma prendetele come pareri strettamente personali. Parere uno: è incredibile constatare come tutto quello in cui ha suonato Phil H. Anselmo dopo la dipartita dei Pantera sia molto meglio di tutto quello che ha fatto con il succitato gruppo e soprattutto sia molto ma molto meglio di tutto ciò che il succitato gruppo ha inciso. Secondo parere: peccato che il fan medio dei Pantera non ascolterà mai questi Scour, visto che sono davvero validi.
Il progetto nasce da membri di Cattle Decapitation, Pig Destroyer e Decrepit Birth (e ovviamente da Anselmo, che sappiamo aver militato in gruppi come Down e Superjoint Ritual) ed è un potentissimo ibrido grind/death/black metal, cattivo come la peste e appiccicoso come il sudore che emanate dopo una bella sessione di sesso animalesco. Sì, perché gli Scour sono dei veri animali, assetati di sangue e budella, che in sei pezzi masticano, ingurgitano e vomitano i loro stessi odio e frustrazione, spazzando via tutto e tutti. Un suono che pesca nell’old school ma anche nella modernità, con quel retrogusto decadente e amarognolo che solo l’industrial può esprimere.
Verrete schiacciati senza pietà da una gragnola di riff infuocati e taglienti come un rasoio. La voce di Anselmo è lontana dai lamenti post-thrash e groove dei Pantera: qui – nello sputarvi addosso tutto il veleno di cui dispone – risulta profonda e malefica. Menzione particolare per la sezione ritmica, con blast beat a profusione e quella volontà di volervi far del male fisico a ogni costo.
In definitiva questi Scour mi hanno favorevolmente colpito e quando li ascolto mi piace immaginarmi mentre ballo sul cadavere dei Pantera.