SCHELETRO, Un Feto Schiacciato Senza Tre Falangi [+ il lyric video di “Prima Pagina Insaguinata””]
I più vecchi ricorderanno bene quelle riviste di cronaca tra il rosa stucchevole e il nero pesto nelle quali ci si imbatteva prevalentemente nelle sale d’attesa del barbiere o a casa della nonna (insieme magari al catalogo Postal Market o a Selezione del Reader’s Digest): erano raccolte di vicende quanto più sanguinose e morbose possibile, spesso ambientate nella provincia più profonda. Seppure mi risulti continuino ad uscire, oggi l’avvento di Internet ha ridotto il loro impatto, superando di parecchie lunghezze la varietà dei raccapriccianti eventi di cui si occupavano quasi sempre con taglio malizioso.
I più attenti qui si ricorderanno altrettanto bene degli Scheletro, band formata da un pugno di amici, nonché casualmente volti noti del sottobosco musicale in salsa estrema. Di loro ci siamo occupati al tempo del precedente Farfalle Dentro Al Vomito, biglietto da visita tanto caustico e per certi versi ancora grezzo, quanto già in grado di catturare l’attenzione e imporsi anche sull’ascoltatore più smaliziato, grazie alla scelta di un blend di spezie piccanti dosate con la maestria di chi è abituato a maneggiarle da sempre.
Un Feto Schiacciato Senza Tre Falangi nasce dallo scontro tra gli Scheletro e una storia che non avrebbe sfigurato sulla più scafata di quelle riviste di prima, un fatto di cronaca dai risvolti ancora più sordidi in quanto specchio fedele della peggiore penisola in tutte le sue miserie e ipocrisie. Così, tra voglia di riscatto delusa, sogni infranti, bassezze morali e comprimari di statura infima, gli Scheletro conducono l’ascoltatore dentro un tritacarne ricco di cambi di prospettiva e colpi di scena. Stupisce l’abilità nel rendere l’insieme persino orecchiabile, per via della deriva punk di alcuni passaggi del disco che permette alle canzoni di infilarsi in testa. La bravura dei musicisti coinvolti, entrati a pieno regime e ormai forti di una formula collaudata, fa sì che il lavoro colpisca nel segno per la cura nei dettagli e per come i vari linguaggi vengono utilizzati all’interno di un flusso continuo tanto brutale quanto godibile. Non parliamo ovviamente di un disco leggero o solare, ma di nichilismo crust, brutalità grind, conflittualità hardcore e colate di death primordiale annaffiato di punk. Siamo, però, altrettanto lontani da quegli album che nascono per annichilire puntando tutto sulla botta di pancia o su composizioni monolitiche, perché la band sa come creare una vera girandola di colori e umori differenti, a tratti persino contrastanti, così da offrire un retrogusto agrodolce alle proprie ricette. Ciliegina sulla torta, la possibilità di seguire grazie ai testi in italiano le vicende dei vari personaggi che intervengono nella storia, dando vita a una vera armata Brancaleone di casi umani, non troppo dissimili da quelli che ciascuno ha incontrato nella sua vita, sebbene qui tratteggiati con tinte forti in linea con i contorni grandguignoleschi della trama.
Oggi siamo felici di offrirvi un brano in anteprima per ingannare il tempo in attesa dell’uscita e stuzzicare la vostra curiosità. Buon appetito.
Tracklist
01. Il Vizio Di Vivere
02. Prima Pagina Insanguinata
03. Tre Ave Maria Per Ogni Suo Dito
04. Se Respirare Servisse A Qualcosa
05. Da Subdolo A Subdolo
06. L’Accollo Sei Tu
07. Una Matrioska Rotta
08. Né Acceso Né Spento