SATURNINE
Dopo aver aver scoperto le SaturninE grazie a un debutto che ci aveva favorevolmente impressionati, essermi perso almeno un paio di occasioni per vederle in azione dal vivo, esserci incontrati come spettatori sotto il palco degli Sleep e dopo problematiche logistiche e un paio di cambi di line up, alla fine siamo riusciti a portare a termine un’intervista che definire travagliata appare un eufemismo. A un anno di distanza dalla pubblicazione del loro esordio, facciamo il punto della situazione con le SaturninE, formazione ora in forze alla Razorback Recordings, etichetta per la quale uscirà presto un nuovo lavoro. Ma lasciamo la parola direttamente alle protagoniste per questa intervista corale…
Cominciamo dal vostro incontro, se non erro venite tutte da esperienze e posti differenti, pur se immagino da un background simile…
Il nostro incontro è avvenuto anni prima di formare le SaturninE. Ci si vedeva ai concerti in giro per l’Italia ma soprattutto a quelli organizzati dallo Scintilla a Modena. Noi veniamo tutte da posti diversi: Reggio Emilia, Modena, Bologna e Viterbo, ma è appunto perché frequentiamo posti occupati e giriamo per concerti che ci siamo conosciute.
Come è nata l’idea di creare le SaturninE e da cosa deriva il nome?
Le SaturninE sono state inizialmente un progetto di Laura, Angelica e Jessica. È nato come al solito per caso, parlando quando ci si incontrava in giro ai concerti. Volevamo creare qualcosa insieme a livello musicale con persone che condividessero con noi le stesse passioni ma anche la stessa attitudine nell’affrontare la musica. Infatti dopo qualche prova sono entrate Silvia e Julia. Ultimamente abbiamo avuto un po’ di problemi di formazione: Silvia da novembre non suona più con noi per incompatibilità musicale e quindi è stata sostituita da un’altra ragazza, ma anche questa ha mollato il colpo qualche settimana fa! Non anticipiamo nulla, ma fortunatamente abbiamo già trovato un’altra persona che a nostro parere sembra proprio quella giusta!
Il nome Saturnine viene da un pezzo degli Electric Wizard, ma richiama anche gli aspetti più oscuri di ciò che ci circonda, quelli collegati al pianeta Saturno, il che ha una certa affinità con quello che siamo, con il nostro suono e i nostri testi…
Mi sembra di notare nel vostro immaginario un legame con il concetto di strega quale rappresentazione di una persona libera e lontana dal tipico stereotipo di donna soggetta alle regole maschili, sbaglio?
Non sbagli affatto. Il fatto di non essere soggetta a nessuno e tanto meno alle regole maschiliste che spesso e sottilmente ci vengono imposte conta molto, ma l’immaginario della strega si collega anche al nostro totale rifiuto della religione e della sua stupida morale.
Mi ha molto colpito l’artwork, semplice eppure di grande effetto, vi va di parlarcene? Chi lo ha realizzato e dove avete registrato il vostro debutto?
L’artwork proviene dal film Haxan (un vecchio documentario sulle streghe) ed è stata un’idea di Angelica che tutte abbiamo condiviso non appena ce l’ha proposta. Ci era piaciuta subito.
Il nostro demo è stato registrato in una sala prove vicino Modena grazie all’aiuto di Adam (Adamennon, Black Temple Below). Ci ha seguito in tutto: il mixaggio è stato fatto nel suo SFR Studio vicino Parma. È stata davvero una persona disponibile e professionale. Ha capito subito cosa volevamo e noi ci siamo affidate a lui e senza esserne deluse. È stata davvero una bella collaborazione.
Il vostro suono spazia tra i generi ma lega tutto alla luce di un’oscurità predominante, con un “immaginario” che va dal doom, al crust, allo sludge, persino al black. Quali sono le vostre influenze e i vostri ascolti preferiti?
Siamo in cinque e ognuna di noi ha influenze musicali diverse. Hai detto bene, i generi che ascoltiamo spaziano dal punk al crust, al doom e allo sludge fino al dark e alla new wave. Difficile dire quali siano i nostri ascolti preferiti. Ognuna di noi direbbe qualcosa di diverso, ma le nostre influenze forse più percettibili sono Amebix, Axegrinder, Electric Wizard, Saint Vitus ,Celtic Frost, Bathory e Siouxsie And The Banshees.
Diciamolo chiaramente, una formazione composta da ragazze è ancora vittima di pregiudizi o curiosità morbose? Credete che almeno in certe scene la componente maschilista sia stata superata?
Purtroppo no e non crediamo lo sarà mai. Persone maschiliste si trovano in giro anche in quegli ambienti che rifiutano la mentalità sessista. Non poche volte ci è capitato di sentire qualcuno sostenere che se abbiamo avuto un certo riscontro non è per la musica, ma perché siamo tutte ragazze… ed è una cosa abbastanza stupida da sentirsi dire , soprattutto vedendo un sacco di gruppi di ragazze che non riescono ad esprimere musicalmente quello che vorrebbero e non hanno molto seguito. Forse, appunto, questo non è proprio il motivo principale del nostro seguito positivo, pensiamo semplicemente che quando le cose per certe persone iniziano a funzionare bene, perché ci si dedicano e amano quello che fanno, devono anche sopportare tutta la merda che altre persone (che generalmente non fanno un cazzo della loro inutile vita) gli sputano addosso, esprimendosi in maniera negativa su chi invece porta avanti progetti e si sbatte per fare quello che ama.
Chi si occupa dei testi e cosa li ispira?
Laura si occupa interamente dei testi. Ci sono molte cose che la ispirano. In ogni caso parlano di tematiche precise a cui teniamo particolarmente, ad esempio il rifiuto di essere assoggettati alla religione e alle sue illusioni oppure agli orrori della guerra e alle malattie mentali che provoca. Ma possono anche parlare di cose negative più personali ed esperienze vissute.
Avete deciso di rifare un brano dei Bathory, cosa vi ha attirato e che tipo di legame avete con quell’immaginario?
Noi ascoltiamo tutte i Bathory e per questo abbiamo deciso di rifare un loro pezzo. Fino al quel momento era stato difficile accomunare tutte e cinque sotto un unico gruppo per fare una cover, ma alla fine abbiamo trovato un ottimo accordo!
Vi state già muovendo per portare la vostra musica dal vivo? Avete qualche data già programmata?
Abbiamo fatto un po’ di concerti al Nord e in Centro-Italia. Abbiamo anche fatto le nostre prime date all’estero in Inghilterra a novembre 2012 e l’esperienza è stata davvero bella. La gente è molto più disponibile che in Italia a supportare i gruppi. In ogni caso abbiamo alcune date già programmate: il 2 marzo suoniamo a Milano, il 6 aprile a Vienna e il 13 all’Into The Void Fest a Bologna (e vi consigliamo di venire, perché suoneremo con molti gruppi che meritano davvero di essere ascoltati!).
Spaziando più in generale, cosa ne pensate della situazione in Italia per quanto riguarda la scena indipendente/estrema, c’è qualche nome/realtà con cui vi sentite legate e con cui interagite più volentieri?
In Italia ci sono molti gruppi validi e la scena di Modena e Bologna è molto grande, vengono organizzati molti concerti in queste zone e, proprio per questo motivo, molto spesso incontri gente da fuori che si muove dalla propria città solo in occasione del ”concertone” coi gruppi grossi dall’estero, gente che poi difficilmente supporta i gruppi locali. È difficile anche organizzare qualcosa in posti occupati o autogestiti (che spesso mancano) e quindi si finisce a suonare in locali che magari separano musica ed attitudine. Molto spesso la gente pensa ai propri interessi e basta. In ogni caso ci sono davvero dei bei gruppi di persone che sono nostri amici e con cui condividiamo molto: Cancer Spreading, Black Temple Below, Fuoco Fatuo, Horror Vacui, Agatha, Kontatto e molti altri che sicuramente già conoscete!
Come stanno andando le reazioni al vostro debutto? Avete già qualche progetto per il prossimo futuro?
A distanza di un anno dall’uscita del demo continua a esserci un riscontro positivo. Inoltre, a poche settimane dall’uscita del cd ci ha contattate la Razorback Recordings, con la quale ci siamo impegnate per fare nuovi pezzi per il prossimo album, che quest’etichetta vuole produrre entro la metà di quest’anno.
Grazie mille per il vostro tempo, a voi la conclusione…
Grazie a te Michele, per le domande e per la pazienza, visto che abbiamo risposto in super ritardo. Inoltre non è la solita intervista superficiale, le domande sono azzeccatissime e ci sono piaciute molto! Ci si vede presto in giro a condividere un po’ di sano malessere! Ciao! Grazie di nuovo!