SARRAM, Four Movements Of A Shade
C’è stato un momento in cui usciva ogni giorno un disco come questo. Le cause avevano dei nomi: Earth e Sunn O))); anche Fennesz ha pesato, se no non si spiegano la collaborazione tra Tim Hecker e Aidan Baker oppure i KTL, e non dimentichiamo il post-rock, che col drone doom ha influenzato i progetti successivi di alcuni ex Isis (la band, non il Daesh). Solo un mesetto fa ho affrontato più volte l’ora e un quarto lavica del recentissimo Capsaicin dei Moe con Marhaug (o di Marhaug coi Moe), quasi la dimostrazione che i limiti di un certo tipo di sound e di un certo tipo di approccio sono stati raggiunti.
Insomma, siccome siamo nel 2018 e non nel 2006, Valerio Marras (Sarram = Marras al contrario…) dei Thank U For Smoking arriva con Four Movements Of A Shade a pubblico già addormentato. Il disco, registrato a mo’ di sfogo improvvisativo, è passato per le mani di James Plotkin (altro protagonista del periodo appena raccontato) ed è stato poi messo in quelle della specializzata Midira Records.
Semplicemente Valerio è un epigono, come tutti per carità, come ad esempio tanti nostalgici kraut e minimalisti usciti allo scoperto a partire dall’inizio del millennio. D’altro canto, però, tanto per fare ancora un raffronto, nessuno durante questi ultimi anni ci ha vietato di gasarci per il revival death metal (si va dai figli di Incantation e Disembowelment ai nipoti degli Entombed), posto che come logico chiedevamo ai gruppi nuovi di portare qualche idea diversa o almeno di avere davvero, ma proprio davvero un feeling della Madonna. Diciamoci comunque la verità: se un determinato (sotto)genere ci piace, non facciamo i difficili nemmeno dopo il centesimo disco. Quindi ecco che da chi vuol essere minimalista – ma col campo gravitazionale di un buco nero – esigiamo solo massa e oscurità, e queste due caratteristiche di sicuro non mancano a Four Movements Of A Shade, impreziosito per sua fortuna da qualche breve, tristissimo intervento melodico (sentire Darsombra, MGR, primi Locrian…). A pensarci bene, quello della melodia (anche se è un altro tipo di melodia) è lo stesso dono-salvezza che ha ricevuto Paolo Monti – The Star Pillow, non a caso presente sul catalogo di Midira insieme ai vari Aidan Baker, Thisquietarmy (Aidan Baker 2, praticamente), A-Sun Amissa… Insomma, album rivolto a una cerchia piuttosto ristretta di appassionati, che non hanno nemmeno bisogno di recensioni per essere convinti.