SANDRO MUSSIDA, Ventuno Costellazioni Invisibili
for two set of tuned metals (6 triangles, 2 glockenspiels, gong, tam), electric guitar, Bb clarinets and flute, piano, violin.
Resta difficile, onestamente, cercare di circoscrivere in poche righe tutta l’abbacinante bellezza di queste note che vanno a comporre un lavoro lirico e peculiare come questo Ventuno Costellazioni Invisibili, il primo album vero e proprio a nome Sandro Mussida, dopo un paio di uscite in collaborazione con l’inglese Mark Fell. Conoscevamo già in parte il percorso del compositore lombardo, da tempo di stanza a Londra, per via della felice collaborazione con la chitarrista Alessandra Novaga, dato che è sua una composizione all’interno del di lei bellissimo Movimenti Lunari. Non ci stupisce dunque che in questo nuovo lp Mussida sperimenti una forma avvolgente e materica di blues all’apparenza quasi sfilacciato e siderale, che si muove tra arpeggio impercettibilmente morriconiano, ma come sotto morfina, nella prima parte del disco, o che si scorpora in piccole e articolate sezioni sonore che mi hanno ricordato anche certi frammenti del compianto Fausto Romitelli. Siamo al cospetto di una sorta di breve tracciato-mondo che prova, riuscendoci, a unire tutta le bellezza e tutta la violenza del suono (l’insieme si piega ma non si spezza), che accoglie in sé brevi accenni di melodia inglobandoli fino a creare un paio di suite opalescenti, come suonate davvero da un’orchestra molto grande. E invece sono pochi in fondo, e scelti con cura, i contributi musicali di quest’avvincente partitura di Mussida “per violino, flauto, clarinetto, piano, percussioni e computer”, registrata con le partecipazioni di Yoko Morimyo, Alessandra Novaga, Enrico Gabrielli, Suzanne Satz, Giulio Patara, Sebastiano De Gennaro e Giuseppe Isgrò.
Prova corale dove alla fine sono bravi tutti e il risultato è magnifico.