SAMUEL REINHARD, Movement
Bernese residente a New York, il compositore Samuel Reinhard opera in maniera cauta e invernale aprendo i suoi 4 movimenti da venti minuti l’uno. Il pianoforte è accompagnato da un quintetto d’eccezione: Leila Bordreuil al violoncello, il già da noi apprezzato John Also Bennett al flauto basso, Vincent Yuen Ruiz al contrabbasso, Michael Biel al sax baritono e Shelley Burgon all’arpa. I tasti suonano morbidi e la strumentazione sostiene e scalda delicatamente la sua azione come alito umano in una fredda giornata, come la prima neve che scende. È musica contemporanea, ma va a raccogliere il languore, la riduzione di calore e di contatto raccontando il muoversi in maniera sempre più mesta e rada. Parrebbe una soggettiva, uno sguardo dalla finestra su di una città che va a svuotarsi, una lenta bellezza. In un disco come questo la ripetizione non si percepisce più, considerando come tutti siamo ormai entrati in un loop che prima o poi ripropone i propri schemi. Così questa musica orizzontale, che pare rimanere arroccata mentre qualcosa di pur minimo accade, non sposta gli equilibri ma ci permette di ritagliarci del tempo per immergerci nel suono. Se voleste staccare completamente, immergendovi in un bianco quasi puro, mentre il mondo si allontana sempre più da voi, Samuel Reinhard potrebbe essere un Caronte di tutto rispetto, che vi farà obnubilare e perdervi completamente nel suono, per 80 splendidi minuti.