S S S S, Walls, Corridors, Baffles
Mi sono intestardito ad ascoltare questo disco non facilissimo per scriverci su qualcosa, anche perché non se n’è parlato quasi per nulla, secondo me ingiustamente.
Samuel Savenberg è un producer e dj svizzero, che – ormai siamo abituati – non intende mettere in circolazione materiale buono solo per i club, ma anche per un ascolto da seduti. Con Walls, Corridors, Baffles adotta un approccio molto fisico, che però non si basa solo sui battiti. È molto attento alle atmosfere, quasi irreali, ma anche per il volume e la tensione: ci sono molte parti ambient, ma invasive come se fossero noise, una caratteristica che si trova in tanti album degli ultimi anni, da quelli di Jebanasam a quelli di English, passando per Ben Frost e tutti quegli artisti che utilizzano le basse frequenze per dare alle loro tracce tridimensionalità e potenza.
Il titolo del disco e quelli dei pezzi lasciano intendere che Savenberg abbia immaginato e ricreato una serie di situazioni, di stanze, da esplorare con la stessa inquietudine che si prova guardando un thriller, magari soprannaturale, magari fantascientifico. Drone, rumore e campionamenti rendono molto concreto tutto ciò che Samuel aveva in testa, quindi la sua missione è compiuta. E non ho ancora dedicato una riga alla chiusura con “Nothing But The Circulation of Air”, con la sua melodia sepolta dal caos. Insomma, con Walls, Corridors, Baffles va fatto almeno un tentativo.