RYUICHI SAKAMOTO / ILLUHA / TAYLOR DEUPREE, Perpetual
Questo è un live in Giappone del 2013 (presso lo Yamaguchi Center for Arts and Media, che festeggiava i suoi dieci anni) ed è la prima collaborazione tra i quattro artisti, che si trovano sul palco a improvvisare. S’intitola Perpetual perché alla 12k vogliono sottolineare il carattere senza tempo della musica che ascoltiamo. Da un lato, ironicamente, non c’è in effetti nulla di nuovo da sentire: sintetizzatori, chitarre, organo e ovviamente piano, calati in un contesto drone, fragili ed eterei come già sappiamo, con quel non so che di organico (le monete che cadono, altri rumori e struscii di fondo) che adesso dev’esserci al posto del (o assieme al) digitale. Dall’altro lato è difficile, se si seguono queste sonorità, non spegnere tutto e sdraiarsi, immaginando di galleggiare nel nulla. A livello di similitudini, Perpetual condivide col primo degli Æthenor (anch’esso frutto di varie improvvisazioni) la percezione alterata dall’insonnia, quindi chi doveva comprarselo se l’è già comprato. Bello anche se non imprescindibile.