RWAKE, The Return Of Magik
Nei primi anni Duemila, dopo aver covato sotterraneamente per tutti gli anni Novanta, lo sludge uscì dalle paludi e iniziò a conquistare il mondo metal. Erano gli anni del nu-metal e del post-hardcore ed eravamo ancora lontani da rivalutare il metal come genere figo come è oggi. Ai tempi resistevano i gruppi power e quelli goth, e i big sembravano ormai prossimi alla pensione: Pantera, Metallica, Iron Maiden, Megadeth, Judas Priest erano nel pieno del delirio. Chi avrebbe scommesso che un giorno un gruppo come i Mastodon avrebbe riavvicinato un certo tipo di pubblico e avrebbe fatto numeri giganteschi? Nei primi Duemila, invece, i Mastodon diedero una scossa non indifferente all’underground, fin dal mini Lifesblood del 2001, molto più degli altrettanto fighi gruppi che Relapse sfornava di continuo. Da quel momento fu un fiorire di musica con suoni ribassatissimi, cupi e incazzati, figli del death metal e del doom, in grado di combinare due attitudini, quella da squat figlia dell’hardcore e quella – più sorprendente – “progressiva”, presa dai Neurosis. I Neurosis, appunto, avevano tracciato la strada da seguire, ma ancora pochi avevano trovato il coraggio di avventurarsi. Oltre ai Mastodon anche gli Isis occuparono una corsia e a oggi stiamo ancora godendo dei frutti di quel viaggio.
Rwake vengono dall’Arkansas e all’epoca erano stati tra i primi a mettersi in scia, assieme a Baroness e Kylesa. L’esordio Hell Is A Door To The Sun fu uno shock per tutta la comunità, ai tempi affamata di questa roba “nuova” che veniva dall’America. Rwake scrissero dei classici del genere sludge progressivo come If You Walk Before You Crawl You Crawl Before You Die, Voices Of Omens, Rest, finendo la carriera senza però allargare la fan base. In un certo senso era arrivata la nuova generazione (Thou in primis) e i vecchi ascoltatori avevano cambiato menù preferendo il black metal, il death metal o il jazz e la somma di questi elementi. Nessuno ha chiesto agli Rwake di ritornare e da bravi stronzi sono tornati. Nessuno ha chiesto agli Rwake di scrivere un nuovo capolavoro e loro lo hanno fatto. Nessuno ha chiesto agli Rwake di cambiare e per fortuna non sono cambiati. Doom, heavy metal, death metal, sludge, progressive metal, post-metal sono tutti qui dentro in sei brani per un totale di 54 minuti. Minutaggio perfetto, disco perfetto. Vecchi ascoltatori passati al black death jazz: tornate sui vostri passi. Ma portate gli stivali alti.