ROYAL THUNDER, CVI
Novità interessante dall’universo Relapse.
I Royal Thunder sono un quartetto proveniente da Atlanta che vede – accanto alla chitarra solista del fondatore Josh Weaver – Josh Coleman alla chitarra ritmica, Mlny Parsonz al basso e voce e Lee Smith alla batteria: il loro credo è un hard rock dalle radici ovviamente sudiste e riccamente venato di psichedelia, fragoroso e aggressivo quanto basta.
Nei primi due brani la band si limita in realtà a mostrare i muscoli, esibendo un sound potente che mette anche in luce le ottime doti di vocalist della brava Parsonz, ma che non riesce a centrare appieno il bersaglio. È proprio quando si crede di essere davanti al classico gruppo piacevole per far casino, ma non di più, che i Royal Thunder sfoderano gli artigli con una sequenza di brani molto convincenti: “Shake And Shift” trova finalmente il filo del discorso, grazie anche a un riff dirompente e ai nove minuti impiegati per permettergli di svilupparsi e sfaccettarsi, “No Good” è un condensato di passione southern fatto apposta per incendiare le platee, mentre “Blue” è uno splendido trip psichedelico nel quale i suoni acidi di chitarra paiono liquefarsi sul giro ipnotico del basso. “Sleeping Witch” e “South of Somewhere” insistono sul lato psych della band, esplorandone le venature più hard, mentre alla canonica “Drown” fa seguito l’imprevedibile stacco melodico di “Minus”, in vago stile Pretenders. La conclusione affidata a “Black Water Vision” recupera i non entusiasmanti standard d’inizio disco, decisamente la parte meno convincente del repertorio della band.
In definitiva un esordio più che buono per una band che – grazie anche ad una vocalist di grande impatto – potrà senz’altro lasciare il segno, specie se riuscirà a limare alcune grossolanerie stilistiche.