ROLLERBALL, 4 Corners
Tornano dopo alcuni anni di pausa i Rollerball, da Portland, Oregon. Continuano a farlo per la sempre attenta Wallace Records di Mirko Spino, che li aveva già ospitati per un quartetto di lavori che andavano a rimpinguare una discografia corposa e fieramente “non riconciliata” (la loro è una carriera quasi ventennale). Hanno pure pubblicato per etichette prestigiose come la Road Cone (Loren Mazzacane Connors e Jackie-O Motherfucker nel suo prestigioso catalogo).
Questo 4 Corners nasce da un organico rinnovato (sono rimasti in tre), registra la presenza di ospiti importanti come il girovago Jacopo Andreini (dietro la Burp Enterprise e i Nando Meet Corrosion) e come Andy Brown (Jessamine e Fontanelle), e dimostra di saper ancora esprimere tutte le caratteristiche peculiari della band, che rimangono approccio free su strutture quasi pop, condito da fragranze ora in odore di jazz ora di folk, ma rivisto da un’ottica sempre poco avvezza alle regole (anarchia e approccio DIY sono chiaramente di casa), lo dimostra il finale proto-noise di “Robin With A Cheeto”. “Iggy” è foga “politica” con melodia schiacciasassi e voce di Mae Starr in fieri, “Meximelt” ha un tiro nervoso da trasfigurato ethio-jazz, ma senza scimmiottare Mulatu Astatke (anche i fiati di “Wax Wing Cedar” vanno decisi verso quella direzione), visto che si muove tra percussioni febbrili e una chitarra cadenzata rasente atmosfere notturne. “Cyclops”, invece, è combat rock all’arma bianca, a dire il vero un pelo ottuso ma tutto sommato efficace, e fa il paio con la tirata chitarristica di “Mockingbird In Gazza”. Chiude la cangiante posa oriental-free di “Windy As Fuck”, con la voce più eterea del solito della Starr e vibrafoni e note esotiche di synth e batteria.
In generale è un disco che (pur se diviso in due lati) è dotato di un evidente filo conduttore stilistico, che sa di libera espressività come pochi di questi tempi, agendo in modo nevrotico in particolare nelle ritmiche. Pur non essendo lavoro imprescindibile, ha comunque molte frecce al suo arco. Dategli fiducia, anche perché garantisce una label fondamentale per l’underground di casa nostra.