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REQUIEM, Provenance

Requiem

David Graham ha in piedi questo progetto da circa vent’anni, quindi stiamo parlando di un musicista autonomo e con un suo percorso. Una volta scongiurato ogni equivoco, si può scrivere sereni che i pezzi di Provenance (il primo, col suo crescendo lacerante, ma anche “Lament”, con le sue grida spettrali) potrebbero stare assieme a quelli dei Locrian degli esordi e accanto alla produzione di MGR (Mike Gallagher, l’altro chitarrista degli Isis). A sentire questo suo ultimo lavoro, insomma, sembra di aver a che fare con quel tipo di avventura solista nella quale si mescolano dark ambient, post-rock, doom (fra mille virgolette) e noise. Protagonista è la chitarra – declinata secondo uno dei generi appena menzionati – opportunamente loopata ed effettata. Entrano in gioco poi altri elementi, la cui varietà mostra appunto come David Graham non sia affatto un parvenu: percussioni molto funzionali all’atmosfera, alcuni ospiti (che aggiungono spoken word e vocalizzi) e – come immaginerete – campionamenti più qualche buona linea di synth. Malinconia, desolazione, paesaggi grigi e nebbiosi, spezzoni disturbanti e persino una strana sacralità, certe volte: siamo di fronte a un bravissimo artigiano. C’è da chiedersi perché in questi anni a lui non sia stata data la visibilità che altri hanno ricevuto: la risposta sta probabilmente nell’esplosione di uscite simili che c’è stata nel corso degli anni Zero (e questo dovrebbe anche farlo riflettere, però). A volte è davvero solo questione di fortuna.

Tracklist

01. Lachrymose
02. Addendum One
03. Abeyance
04. Addendum Two
05. Lament
06. Addendum Three