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Relative Calm (Lucinda Childs e Robert Wilson), 17-18-19/6/2022

Roma, Auditorium Parco Della Musica.

Accade, raramente ma accade, che una prima mondiale venga prodotta ed eseguita a Roma, nello specifico da Musica per Roma insieme al Teatro Comunale di Bologna, il LAC di Lugano e Teatro Garonne di Tolosa per mettere a terra un progetto ideato da Change Performing Arts.

“Relative Calm” è la straordinaria opera coreografica di Lucinda Childs (New York, 1940) con la regia scenica, luci e video di Robert Wilson (Waco, Texas, 1941), dunque due veterani dell’avanguardia americana che nel 1976 esordirono in coppia con “Einstein On The Beach” di Philip Glass e che mai hanno perso il loro geniale talento innovativo: protagonisti i 13 ballerini della MP3 Dance Company diretta da Michele Pogliani, per le musiche reinterpretate ed eseguite dall’Ensemble Parco della Musica (direttore Tonino Battista, costumi di Tiziana Barbaranelli, suono di Dario Felli).

Le tre suite che costituiscono le musiche di scena sono, in ordine: “Rise-part 1” di Jon Gibson, composizione del 1981 tratta da “Relative Calm”, antesignana di un temperato minimalismo iterativo, il “Pulcinella” di Igor Stravinskij (partitura scritta nel 1919 a Parigi dietro suggerimento di Diaghilev, ideatore di “Ballets Russes”, su estratti di musiche di G.B. Pergolesi) e infine un altro caposaldo del minimalismo storico come “Light Over Water” (1985) di John Adams. In altri termini, Jon Gibson, compositore ma anche sassofonista ed artista multimediale (1940-2020), Igor Stravinsky (1882-1971), che qui nei brani strumentali dell’opera Pulcinella viene colto nel suo momentaneo passaggio neo-classico dopo il furore selvaggio di opere come “Le Sacre Du Printemps” (1913, neo classicismo certo in seguito abbandonato), e infine John Adams (1947) con “Light Over Water- part 3”, tratto da “Shaker Loops” composizione del 1977 (originariamente scritta per quartetto d’archi), che con essa definisce la sua propria originale idea di post-minimalismo in variegate e ampie forme architettoniche, andature musicali che si inseguono mutevoli e oniriche dall’inquietudine fino a un finale epico, motivi che verranno ulteriormente sviluppati in lavori come “Nixon In China” del 1987 e in quella sorta di omaggio al Flauto Magico mozartiano che è “A Flowering Tree” del 2006.

“Rise” si manifesta in una sorta di ripetuta onda elettro magnetica proveniente da un’altra galassia in un caleidoscopico bianco accecante con i 13 danzatori-alieni che si avvicinano e allontanano tra loro come se sfiorandosi scambiassero anche “informazioni mentali” in un matematico balletto tanto impazzito quanto di millimetrica precisione. Segue l’esplosione timbrica del rosso e del nero del “Pulcinella” stravinskiano, che – come ha spiegato Bob Wilson – è stato scelto come pezzo centrale, incuneato fra i due capolavori minimalisti, a mo’ di contrappunto e citazione del movimento della “Lancia” dal secondo atto del “Parsifal” di Wagner (aggiunge inoltre Lucinda Childs: Stravinskij era per me la festa a cui non ero mai stata invitata, dialogando per affinità e distanze ho trovato una opportunità unica). Finale per “Light Over Water”, quando il ballo si fa spettro di sé stesso in un crescendo emozionante di musica spaziale, partitura per corpi in movimento, ci ammalia con la magica naturalezza (anni di studio per raggiungerla) di una compagnia di danza contemporanea che anno dopo anno cresce e si impone fra le migliori al mondo.

Come intermezzo tra i 3 movimenti abbiamo estratti dal testo “Description (Of A Description)” di Susan Sontag, due incantevoli interventi in forma di monologo di Lucinda Childs che, in una Sala Petrassi colma in ogni ordine e grado, ipnotizza con i suoi occhi celesti e con la sua esile, ferma voce un pubblico affascinato.

“Relative Calm” sarà anche a Bologna il 24 e il 25 settembre.