RÉELLE, Kissing Myself e Ghamccccxc vRR
Yannick Pozo Vento è nato vicino a Colonia, figlio di madre tedesca e papà cubano: inizia a fare musica muovendosi fra gabber e hardcore, quindi la svolta, inattesa e dolorosa, della malattia mentale. Gli viene diagnosticato un disturbo schizofrenico e prova a mettere a frutto la propria condizione attraverso una produzione musicale imperniata su di un concetto fluido di identità: trasferitosi a Berlino, dove tuttora risiede, Yannick – oltre a fare musica – lavora presso un club BDSM e fetish. Venuti a conoscenza di tutto ciò (nelle note stampa a un certo punto si comincia a parlare di Réelle al plurale) risulta difficile slegare la musica dalla vicenda personale di Yannick e non riscontrare nei due lavori pubblicati per la svizzera Danse Noire (etichetta tirata su, fra gli altri, da Aïsha Devi) una componente allucinatoria e di repentina mutevolezza. Réelle utilizza nei suoi dischi un’applicazione che permette di manipolare il suono attraverso l’uso di strumenti grafici, dando vita ad una sorta di “espressionismo astratto musicale” attraverso il quale esorcizza i propri demoni.
L’ep Kissing Myself è composto da cinque tracce: la title-track è una pozza stagnante di cigolii e altri suoni sgraziati posizionati su una ritmica zoppicante, a seguire è “Smile”, dall’incedere lento e appiccicoso. “Pink” ci offre un primo corposo saggio del disagio patito da Yannick con le sue ritmiche frantumate, quasi una metafora delle difficoltà esistenziali: siamo dalle parti di altri più celebri alfieri dell’estetica queer in ambito elettronico, Lotic fra tutti. “God” colleziona sferzate su un ambient aeriforme macchiato da qualche suono sintetico, fino alla repentina dissoluzione. Il finale è riservato al remix di “All I Have Left” (pezzo contenuto nel lavoro successivo) ad opera di Dis Fig, dj attiva nel circuito berlinese: parte timidamente per poi caricarsi di arpeggiatori e tonfi – siamo ancora nell’ambito di un’elettronica decostruzionista – quindi decolla su di una ritmica carica di veleno, per poi riaccucciarsi.
Su Ghamccccxc, uscito solo qualche giorno dopo l’ep, Réelle prosegue nel suo flusso di (in)coscienza aggiungendo ad alcuni pezzi contenuti già in Kissing Myself altri che giocano sempre più su una narrazione dissociata, in continua tensione fra l’erotico e l’inquietante: strane salmodie su sciami elettronici (“Luciferian”) e melodie vocali che sono un disperato tentativo di umanizzare l’inumanizzabile (“Lilith”), questi i piatti forti del menù.