RATZMATAZ, Global Revolution
Verona come L.A.? Sembra quasi di vederli questi tre italianissimi patiti di rock’n’roll mentre sfrecciano per il Sunset Boulevard alla volta di qualche club per far festa fino all’alba. Le radici nell’hard-rock e il cuore nella scena glam anni Ottanta, con una spruzzata di hair-metal a rendere il tutto più appiccicoso e ruffiano, questi gli ingredienti di un disco forte di un riffing micidiale che sorregge dodici brani di pura energia stradaiola. Il resto va da sé, rotola come una valanga che non ha bisogno di spinte per seguire un corso naturale non certo imprevedibile, anche se capace di far battere il piede a tempo e simpatizzare per la faccia tosta con cui i Ratzmataz eseguono un copione che conoscono come le loro tasche. Fossimo negli anni Novanta il trio sarebbe additato come un residuato bellico, una propaggine di un passato ormai fuori contesto e tempo massimo, ma siamo nel nuovo millennio e possiamo permetterci di riportare gli elementi al posto giusto, quindi, affermare che il rock’n’roll è sempre rock’n’roll, che certi ritmi trascinanti fanno il loro sporco lavoro e tutto il resto conta poco. Per questo, Global Revolution non deve faticare troppo per farsi apprezzare e ricambia l’attenzione concessa con dodici anthem nati per accompagnare le scorrerie in auto, Sunset Boulevard o autostrada adriatica poco conta. Unico appunto, la voce non sempre all’altezza della potenza di fuoco del resto, a volte troppo sottile per tener testa al riffing infuocato o dar colore ai momenti più romantici. Nulla di che, ma vista la buona riuscita del tutto, forse sarebbe valsa la pena forzare un po’ di più, magari sporcarla un pelo o pomparla quel che basta per colpire con maggiore efficacia l’ascoltatore. Per il resto, davvero poco da dire, il disco va che è un piacere e riporta le lancette del tempo a un’epoca d’oro, a quel preciso istante in cui il metal si sposava con le conigliette di Playboy e i locali glamour, ma restava pur sempre metal e ben poco addomesticato. Poi sono arrivate “Every Rose Has Its Thorns” e “Cherry Pie”, ma questa è un’altra storia…
Tracklist
01. Global Revolution
02. It’s Alright
03. Take Me Home
04. Go To Gay Pride
05. Burn
06. Angel
07. Her Love Is Stronger Than My Pain
08. Nobody Needs Somebody
09. Before Sweet (live studio-session)
10. Sweet Lady
11. Too Late
12. Priscilla