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RADFORD ELECTRONICS, S/t

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Tremate, tremate: gli anni Ottanta son tornati (ma anche certi Novanta, sempre quelli di marca più off). Così potrei riassumere – sbrigandomi a chiudere – la recensione del duo campano che fa capo ad Aaron Rumore e Eks, due giovani agitatori armati di pochi strumenti (chitarra, laptop, effetti) che servono a fare il più casino possibile. La musica è stata registrata su un tape-recorder a quattro tracce (al mastering SEC_, ovverosia Mimmo Napolitano) e non c’è nessun intervento in post-produzione, quest’ultima pratica quasi ridicola se messa in atto in tali uscite, che vanno facilmente ascritte alla categoria weird-noise, del più pauperista e divertito che ci possa essere… Non è un caso dunque che vada a citare quel paio di decenni, visto che i due hanno pure il fegato di rifare alla loro maniera, quasi a cappella e con lieve contorno filtrato, la “Bewitched” dei Beat Happening di Calvin Johnson (da Jamboree, uscì nel 1988), e tutto torna, ne converrete. Rumore si impegna a seviziare la chitarra, in parte ricordandomi il lavoro fatto da Olivier Di Placido, il quale non a caso viene da frequentazioni del circuito facente capo al notevole giro impro-noise napoletano, mentre il socio ce la mette tutta per destrutturare (o meglio: distruggere) le esili e caracollanti basi ritmiche (la simil-ballata di “Build An Opera”, l’incedere a mo’ di Industrial catramosa di “Corpse”). Sul secondo lato di questa cassetta si notano invece lo strimpellare felicemente stonato di “Spectre”, il day-after bruitista di “Japanese Junk Food” e le frequenze disturbate di “Puking In The Garden”, e qui mi sono venute in mente le polluzioni di Ezio Piermattei.

Al solito, per illuminati (ed incalliti) appassionati di stramberie rumorose.