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Quest’anno al Node Festival (MO): Ben Frost, Visible Cloaks, Tomoko Sauvage

Prime notizie sul festival modenese, che si svolgerà il 14-15-16-17 novembre, con un’anteprima il 13 ottobre.

Minimalismo radicale e suoni ad alta definizione, feedback acquatici e ambienti iperreali, arte, scienza, natura: la nona edizione di NODE si muove su una sottile linea dorata che esalta i punti di intersezione tra le discipline ospitando artisti internazionali esploratori del possibile.

Come nell’antica arte giapponese del kintsugi, ripresa dalla mostra, preludio al festival, di Ryoichi Kurokawa, al-jabr (algebra), quella stessa linea preziosa attraversa l’intero programma componendo un percorso multisensoriale tra arti elettroniche e visive, spazi inediti e idee di futuro.

Una nebbia blu accoglierà le bordate soniche dell’australiano Ben Frost, tra i più importanti interpreti del suono contemporaneo. Musica ancestrale dove confluiscono ambient, drone, elettronica e black metal, accompagnata dalle proiezioni video di Marcel Weber / MFO. Compositore di diverse colonne sonore per la danza, il cinema e serie tv (fra cui Fortitude e Dark) oltre a collaborare stabilmente con il fotografo irlandese Richard Mosse, nel 2013 ha anche esordito con un’opera, The Wasp Factory. In occasione di NODE presenterà il suo ultimo e apprezzatissimo album The Centre Cannot Hold.

Il Giappone degli anni ‘80 è, invece, il punto di partenza dei Visible Cloaks, il duo americano formato da Spencer Doran e Ryan Carlile, che a NODE presenta l’album Riassemblage. Un’esperienza cosciente aumentata, fatta di synth e melodie essenziali figli dell’estetica MIDI, in grado di accompagnare la meditazione e l’immersione nei territori post-umani generati dai visual dell’artista Brenna Murphy.

Giapponese per provenienza e sensibilità è anche il lavoro di Tomoko Sauvage, musicista e sound artist di base a Parigi, la cui ricerca parte dall’elemento acquatico. Gocce, onde e bolle amplificate da una serie di idrofoni risuonano in ciotole e recipienti di porcellana dando vita a percussioni accidentali e fragili armonie amplificate da feedback in parte naturali, in parte indotti.

A introdurre questo e tutto quello che verrà svelato nelle prossime settimane, un’anteprima, sabato 13 ottobre alle h 21.30, presso lo spazio ex-industriale La Torre, con una performance congiunta che mette in dialogo il batterista, compositore e producer americano Deantoni Parks e l’artista milanese 2501, al quale NODE ha affidato quest’anno anche la cura della propria immagine. Da una parte, quindi, il progetto solista Techoself del batterista e compositore Deantoni Parks esplora le possibilità espressive date dall’utilizzo di un campionatore ed un kit di batteria composto da cassa, rullante e charleston. Dall’altra M.U.R.O., installazione monumentale di 2501 realizzata in collaborazione con Natartribe e Recipient.cc., trasforma una serie di tubi Innocenti in opere raffinatissime, grazie agli interventi di incisione e verniciatura che conferiscono al metallo le caratteristiche più peculiari dello stile dell’artista. Musica e gesto grafico si intrecciano così in una performance unica nella quale i suoni e le percussioni di Deantoni Parks diventano giochi di luce su M.U.R.O., mentre uno schermo proietta gli interventi live di 2501. A chiudere il programma, il dj set di Chevel, produttore trevigiano che riattiva la connessione fra NODE e gli sviluppi della musica elettronica contemporanea, intesa non tanto come esercizio di stile ma come uno strumento per indagare i limiti e superare i confini rigidamente imposti dai generi musicali.

Il programma completo sarà rivelato nelle prossime settimane.