Puntuale: prima edizione del festival di 19’40” a Firenze
Riceviamo da 19’40” e pubblichiamo. Qui l’evento su Facebook.
Venerdì 18 gennaio 2019
Circolo Il Progresso
ore 22 – ingresso 10 euro
EaTape suona Enzo sono Lina
performance per segreterie telefoniche e mangiacassette
Sebastiano De Gennaro, EaTape (mangiacassette e mixer)
Enrico Gabrielli, segreterie telefoniche
presentazione a cura di Archivio Enzo Sono Lina
“Arcade Music”
Tim Geoff Follin versus Paul Hindemith
Video game e musica contemporanea
Esecutori di Metallo su Carta:
Luisa Santacesaria, sintetizzatore
Damiano Afrifa, sintetizzatore
Enrico Gabrielli, sintetizzatore
Sebastiano De Gennaro, drum pad, sample e percussioni
Lorenzo Brusci MusstDesign, visual
EaTape suona Enzo sono Lina: scorrere. Svolgere e riavvolgere. Una testina. Due bobine. Un nastro a quattro piste. La registrazione. La riproduzione. La cancellazione. Ritrovare un vecchio registratore a cassette è come ritrovare la storia della musica dall’origine alla modernità. Quel dispositivo portatile a bassa fedeltà nato negli anni Sessanta e quasi estinto con l’avvento del digitale, il registratore di audio cassetta, rappresenta lo stato più basico e incontaminato del processo di materializzazione dei suoni, dei rumori e dei silenzi nel corso del tempo e nello spazio, della loro riproduzione, della loro cancellazione ed estinzione. Per l’occasione useremo il materiale di ENZO SONO LINA, un variegato archivio di nastri magnetici e segreterie provenienti da tutta Italia, e limitata alle registrazioni analogiche diffuse principalmente tra gli anni ‘80 e ’90.
La performance sarà preceduta dalla presentazione del progetto ENZO SONO LINA, a cura di ENECE FILM, con Giulia La Marca e Tommaso Perfetti.
“Arcade Music”: il concetto di videogame ha fatto il giro ed è al punto in cui è il concetto rock’n’roll: è diventato un classico, e quando si diventa un classico si viene approcciati con il rispetto di un pubblico adulto. Del resto il primo consumatore di videogame potrebbe avere adesso la veneranda età di cinquant’anni, o più se si considera che il progenitore di tutti gli home videogame è “Pang”, anno 1976. Ad esempio, coloro che hanno vissuto l’esperienza domestica del Commodore64, o dello Spectrum74, ricordano la fatica del percorso di carica di un videogame su cassetta con i suoi minuti di lunghissime attese e le partite febbrili contro mostri di fine schema rognosissimi.
La componente di rilievo più prossima a raggiungere il cuore e la corteccia cerebrale del videogiocatore erano suoni e musiche: nessuno avrebbe mai immaginato quanta potenza evocativa avrebbero avuto nel tempo la musica di SuperMario, gli effetti sonori di Pac-Man, la sigletta di Bubble Bobble e centinaia di quei music toys, come li chiamerebbe Raymond Scott. L’inglese Tim Follin, oscuro smanettone adolescente degli anni ’80, compose le musiche su 8 bit di alcuni capisaldi del platform game; al tempo, i mezzi dell’8 bit erano una necessità e non semplice scelta post- moderna, e gli esiti erano assolutamente ragguardevoli. Di quelle musiche ce ne sono alcune che, per ragioni di validità intrinseca, abbiamo deciso di mettere a disposizione dell’ascoltatore attraverso una trascrizione per un ensemble elettronico “suonante”. Di Tim Follin presentiamo l’intera colonna sonora della versione Commodore 64 di Ghost’n’Ghouls del 1988 (di Tokuro Fujiwara, uscito per Capcom come sequel di Ghost’n’Goblins). Per quanto Arcade sia un termine davvero specifico per il mondo del video game, noi lo abbiamo esteso a coprire un raggio più ampio (e che nessun purista ce ne voglia). Come certa musica sinfonica nata prima e fuori dal mondo del cinema si adatta perfettamente alle immagini, certa musica elettronica sarebbe incredibilmente aderente a videogame visionari ancora da inventare o già esistiti. Il tedesco Paul Hindemith (1895-1963), che ha scritto qualcosa per ogni strumento d’orchestra esistente allora in Occidente, compose un corpus di piccoli brani per tre Trautonium, oscuro strumento elettronico monofonico inventato da Fredrich Trautwein nel 1929 (la Telefunken ne produsse circa 200 esemplari a partire dal 1933). Noi non ne possediamo neanche uno, ovviamente! Ma faremo di necessità virtù con i sintetizzatori disponibili alle nostre latitudini e ai nostri portafogli.
Sabato 19 gennaio 2019
ore 18:00 ingresso libero
19’40” per i bambini Microcosmicomica
Sebastiano De Gennaro, vibrafono
Enrico Gabrielli, clarinetto
Ore 19:40 ingresso libero
aperitivo con 19’40”
scopri con noi uscite passate e future!
ore 22:00 ingresso 8 euro
Alla scoperta della musica elettronica di Chino Goia Sornisi
Esecutori di Metallo su Carta:
Luisa Santacesaria, sintetizzatore
Damiano Afrifa, sintetizzatore
Enrico Gabrielli, sintetizzatore
Sebastiano, sintetizzatore
Marco Parente, (falso) musicologo
Lorenzo Brusci MusstDesign, visual
19’40” per i bambini Microcosmicomica: la moderna musica per bambini, quella su internet, sui canali dedicati, sui programmi di intrattenimento e nei giochi elettronici per l’infanzia, sembra uscita fuori dal centro commerciale dell’allegria. Dall’idea di nutrire di suoni un bambino oggi è sparito ogni accenno alla malinconia e all’introspezione. Il perché forse andrebbe ricercato nella concezione sbagliata (a nostro giudizio di pedagoghi fai-da-te) che il bambino vada protetto dai lati oscuri della vita. Eppure se si ascolta “L’arca” di Endrigo/De Moraes del 1971 si finisce con un grande pianto liberatorio, o che dire del “Pinocchio” di Fiorenzo Carpi, che ritrae la storia di Collodi nella sua nuda tragicità? Gianni Rodari raccontava, nel “Muratore della Valtellina” la morte, Miyazaki ne “La città incantata” l’abbandono. E l’elenco è infinito. I bambini non hanno paura di queste cose: la verità è che sono i genitori per primi che non riescono a sostenerle. Sono loro i primi che non sono in grado di ascoltare “Soothing sounds for babies” di Raymond Scott o la musica fatta di rumori o di melodie spirituali. Non hanno tempo, voglia, pazienza. Questa sera proponiamo un percorso attraverso brani scritti da illustri compositori come Bela Bartok, Claude Debussy, Igor Stravinsky, Franco Margola, Aaron Copland, Danilo Lorenzini, specificatamente per l’infanzia nell’epoca (il ‘900) in cui tutto era ancora molto legato alla carta e poco al computer. Attenzione: sono brani brevi, ma non piccoli! Queste sono musiche di alto livello compositivo, non certo le suonerie dei giochini con lucette e pulsantini.
Aiuteremo, con un solo clarinetto e un vibrafono, a pulire le orecchie, e rallentare il battito cardiaco dei genitori, a distendere il loro respiro. E così, di conseguenza, si spera ne gioveranno tutti i bambini presenti!
Alla scoperta della musica elettronica di Chino Goia Sornisi: Rossini è nato nel 1792 e morto nel 1868, si sono appena concluse le celebrazioni per i 150 anni dalla sua scomparsa. Ma noi di 19’40” abbiamo preferito celebrare i 50 anni dalla scomparsa di un musicista mitologico: Chino Goia Sornisi (il suo nome è un anagramma del nome Gioachino Rossini, ma è un caso fortuito). Nato nel 1892, e morto nel 1968, di lui non c’è traccia nei manuali di storia della musica (che ingiustizia!), eppure fu un vero pioniere della musica elettronica. Attratto dalle tecniche di registrazione e manipolazione del suono, assistette personalmente nel 1913 alla prima apparizione pubblica degli intonarumori al Teatro Storchi a Modena, dove Russolo presentò uno “scoppiatore”. Nello stesso anno venne in contatto con l’inventore statunitense Thaddeus Cahill, inventore del Telharmonium, per il quale Sornisi scrisse musica (un’opera buffa), diventando di fatto il primo compositore a scrivere per uno strumento musicale elettronico. Fin dalla fine degli anni ’10 Sornisi cominciò a progettare alcuni sistemi elettro meccanici per la creazione del suono. Fu l’inventore dell’Eterodiofono, precursore dei moderni sintetizzatori, in grado di sfruttare gli errori di sintonizzazione dei radiotrasmettitori al fine di generare suoni con differenti altezze (ahimè non ne resta alcun prototipo). Nel 1916 acquistò – da Lev Sergeyevich Termen in persona – uno dei primi e costosissimi Theremin, indebitandosi talmente da vedersi costretto a fuggire in Francia. A Parigi strinse amicizia con Maurice Martenot (inventore dell’Ondes Martenot), con il ventenne Pierre Henri Marie Schaeffer e con niente poco di meno che Edgar Varèse. Dalla metà degli anni Cinquanta (ormai sessantenne) sperimentò l’uso dell’LSD, di cui avrebbe fatto frequente utilizzo. Morì a Parigi il 13 giugno 1968 cadendo nella Senna, nel tentativo di salvare un tacchino ripieno di tartufo scivolatogli in acqua durante una gita in barca. La Senna non ne restituirà mai la salma (né i resti del pennuto farcito). Noi speriamo che questo disco a lui dedicato ne restituisca almeno in parte lo spirito, il genio e la bellezza di una musica gioiosa, visionaria e profonda: la musica di Chino ‘Goia’ Sornisi.
Abbonamento ad entrambe le serate: 15 euro