PUGNALE, Throne Of Laments
Uscito in digitale il 2 novembre, giorno dei morti, prima di vedere la luce come cassetta, il debutto dei Pugnale offre all’ascoltatore dodici colpi sotto la cintura che solo in un paio di casi raggiungono i due minuti di durata, all’insegna del più puro estremismo a base di grind, d-beat, black metal e hardcore. La registrazione targata Toxic Basement Studio permette al suono urticante e feroce della band, composta da volti noti della scena, di colpire in modo efficace e lascia trapelare la complessità di una scrittura che non lesina brevi variazioni per tenere sempre alta l’attenzione dell’ascoltatore. Per il resto, i Pugnale si lanciano in una proposta adatta a stomaci forti, viaggiano ad alta velocità e ritraggono la mano non appena inferto il colpo, strizzano l’occhio a differenti declinazioni della violenza in note – compresa qualche incursione in territori industrial/noise – e sembrano cercare un effetto catartico nell’affondare i propri strumenti in questa miscela mefitica. Anche i testi si muovono tra immagini di decadenza, putrefazione e panorami distopici al gusto viscere. In fondom, come dicono in chiusura: death is our only heritage, new flesh cannot erase the sins, the pain remains the same. La cosa interessante è che a fine corsa si arriva provati ma anche appagati dal menù della casa, perché nonostante si tratti di una proposta che non si getta in chissà quali sperimentazioni e predilige la botta di pancia, alla fine riesce a far trapelare una cura e un’attenzione ai dettagli che ne facilita l’assimilazione e permette di apprezzare il tutto senza monotonia. Un piatto che farà la gioia di chi apprezza le uscite più veloci di casa Southern Lord ma non può fare a meno di una brezza di black metal gelido che si infiltri tra le fessure del suono per rendere l’atmosfera ancora più oscura e morbosa. Da testare dal vivo per farsi prendere a sberle in presa diretta.