PSYCHONAUT & SÂVER, Emerald

In questo periodo di crisi è inevitabile che realtà grandi e piccole si impegnino nel mantenere alta l’attenzione del pubblico sfornando materiale con continuità. L’ispirazione ha però dei limiti, così come il budget a disposizione, motivo per cui anche nel post-metal, genere piuttosto refrattario al concetto di sintesi, stanno tornando in auge formati più agili come ep e split discografici a scapito di produzioni massicce in stile The Ocean.

Proprio sotto l’egida della Pelagic Records di Robin Staps, Psychonaut e Sâver giocano la carta dello split: Emerald è un gioiellino (è il caso di dirlo) di trentacinque minuti nato dallo sforzo congiunto di due band diverse non solo per passaporto, ma anche per il modo di interpretare il medesimo genere musicale.

Gli Psychonaut si presentano con “The Great Realisation”, una vera e propria suite in cui le influenze eterogenee della band si rincorrono in un ottovolante di dinamiche ed emozioni. In questo brano, incentrato come il disco d’esordio sulla necessità di “sbloccare” capacità nascoste nella mente umana, il trio belga dà fondo al proprio eclettismo costruendo un bizzarro castello di riff imponenti, trip psichedelici e tribalismi arricchiti da strumenti etnici. Gli Psychonaut sembrano giovare della libertà dai vincoli imposti dal long-playing, dunque l’obiettivo di dare seguito al convincente Unfold The God Man” è senza dubbio raggiunto.

Sfida più complicata per i norvegesi Sâver, altra formazione di recente debutto, ma accolta con meno calore rispetto ai compagni di avventura. La loro “Dimensions Lost, Obscured By Aeons” ci offre una visione decisamente più canonica del metal atmosferico, fatta di progressioni monolitiche e strutture cariche di tensione protese verso climax esplosivi. Tuttavia, dopo la debordante ricchezza compositiva di “The Great Realisation”, la proposta asciutta e viscerale della band norvegese sembra essere la giusta conclusione dell’opera.

Possiamo dire che da questo “Yin e Yang” del post metal escono tutti vincitori: gli Psychonaut confermano le positive impressioni di Unfold The God Man e dimostrano di poter giocarsi nel prossimo futuro un ruolo importante nella scena, mentre i Sâver non falliscono l’occasione per far conoscere la propria proposta ad un pubblico più vasto. Pelagic Records, zitta zitta, crisi o non crisi, continua a pubblicare materiale di qualità a prescindere dal formato: molte altre etichette avrebbero solo da imparare.