Il programma di Area Sismica sino a fine dicembre
Riceviamo da Area Sismica e pubblichiamo. Qui avete anche la nostra recente intervista ad Ariele Monti.
Rassegna Musiche Extra-Ordinarie
domenica 8 ottobre ore 18.00
SCHNELLERTOLLERMEIER (CH) – data unica in Italia
Andi Schnellmann: basso
Manuel Troller: chitarra
David Meier: batteria
Apriamo la 28ma stagione di Area Sismica con il concerto in esclusiva di un giovanissimo trio svizzero che sta muovendo i primi passi sulla scena internazionale, ma con già tutte le carte in regola per diventare un punto fermo nella musica del presente.
Quello che colpisce è la disinvoltura con cui sfidano i confini di genere, senza scadere nell’esibizione cerebrale, anzi. Saltano allegramente dalla psicadelia a richiami rock tout court, da forme minimali moderne ad aggressioni brutali che fanno battere il cuore. È una band in cui ogni elemento ha la propria importanza, ma appare come un organismo monocellulare, lasciando intendere che le idee sono già cristalline e che si è svolto un studio intenso per concretizzarle.
Hanno scavato in profondità, liberando una energia sotterranea che ha plasmato il bellissimo carattere degli Schnellertollermeier.
Rassegna Musiche Extra-Ordinarie
EUGENE CHADBOURNE (USA)
banjo, voce Un ribelle tra i ribelli, un vero uomo rinascimentale.
Potremmo terminare qui la narrazione di Doc Chad, anche perché il compito di descrivere la vita e il lavoro di Eugene Chadbourne (aka Doc Chad) è più che scoraggiante. La sua musica è così unica e la sua produzione ultratrentennale così vasta e importante che non gli si renderà mai giustizia in poche righe.
Innanzitutto è un amante della musica, che ascolta con mente aperta, e questo si riflette in qualche modo nei suoi set. Thelonious Monk, Eric Satie, Merle Haggard, Phil Ochs potrebbero risultare punti di partenza familiari, ma anche se lo avete già sentito suonare, non lo sentirete ancora nello stesso modo. “Non puoi riprodurre la stessa nota due volte”… e qui siamo nel cuore dell’improvvisazione. È una sintesi della musica, dello strumento, del luogo e di tutto ciò che è con sé in quel momento, deviato dal suo amore infinito per la musica country. Che non è un repertorio normalmente ascoltato allo Stone di New York o nei festival d’avanguardia europei, ma questo è Doc Chad, prendere o lasciare.
L’elenco degli artisti che hanno collaborato con lui è esagerato: Camper Van Beethoven, John Zorn, Aki Takase, Jimmy Carl Black, i Violent Femmes e Sunwatchers sono solo una manciata. È uno dei fondatori del movimento “low-fi” o “low tech”, che ha visto migliaia di artisti autoprodursi le loro cassette e cd. Ha anche ispirato molti come creatore di strumenti. Nell’ultima performance all’Area Sismica ha inventato sul momento un rastrello… elettrico.
Rassegna Musiche Extra-Ordinarie
domenica 29 ottobre ore 18.00
THE ELECTRICS (D – AUT – NE) – data unica in Italia
Axel Dörner: tromba
Sture Ericson: sax, clarinetto
Joe Williamson: basso
Raymond Strid: batteria
Definito dalla critica come “un vero super gruppo europeo, The Electrics dovrebbe essere riconosciuto senza remore come l’archetipo identificativo dell’improvvisazione”.
È un brillante esempio di come punti di contatto tra il jazz attuale e la musica contemporanea esistono eccome. E sono meravigliosi.
The Electrics è l’incontro tra quattro artisti internazionalmente riconosciuti, che non impongono limiti ai propri strumenti. A partire da Axel Dörner, che grazie al suo approccio ha ampliato la gamma sonora della tromba con varie tecniche estese. È un musicista richiestissimo da mostri sacri quali Otomo Yoshihide, Phil Minton, John Butcher… È anche apprezzato in ambiti jazz più legati alla tradizione, come in Monk´s Casino, accanto ad Alexander von Sclippenbach e Rudi Mahall.
Sture Ericson si è distinto fin da subito nell’ensemble Position Alpha e questo lo ha portato a essere coinvolto di numerose avventure da musicisti come Derek Bailey, Rhodri Davies, Chris Burn, e Fred Lohnberg Holm.
Joe Williamson ha vissuto in periodi prolungati a Londra, Berlino, Amsterdam e Stoccolma, prendendo parte a tutte le loro scene sperimentali, suonando, tra gli altri, con Han Bennink, John Butcher, Rudi Mahall, Tony Buck, Tobias Delius…
Raymond Strid è noto sin dagli anni ’90 come membro del gruppo Gush, insieme a Mats Gustafsson e Sten Sandell. Ha poi collaborato assiduamente con Marilyn Crispell e Anders Jormin. È anche membro della Barry Guy New Orchestra.
Rassegna Musiche Extra-Ordinarie
domenica 5 novembre ore 18.00
THUMBSCREW (USA)
Mary Halvorson: chitarra
Michael Formanek: contrabbasso
Tomas Fujiwara: batteria
Con questo trio di stelle si apre un trittico di concerti dedicati al jazz attuale di origine statunitense.
Thumbscrew è un gruppo che dal vivo è davvero emozionante, che mette in evidenza composizioni incentrate su intense interazioni tra i musicisti. È qualcosa da sentire, qualcosa di sinuoso e serpeggiante, un suono sempre in movimento.
Thumbscrew vede al suo interno una figura storica quale Michael Formanek, già sideman negli anni ’80 di Freddie Hubbard, Joe Henderson, Dave Liebman, esploso come leader nei primi anni ’90 in formazioni con, tra gli altri, Tim Berne, Dave Douglas, Steve Swell, Jim Black. Qui sarà affiancato a Tomas Fujiwara, che si è distinto dalla ultracompetitiva scena jazz americana collaborando fin da subito con Steve Lehman, Matana Roberts e tanti altri, oltre che lavorare come compositore per il teatro, il cinema e la danza. Last but not least, a illuminare questo trio c’è Mary Halvorson, una giovane star affermatasi rapidamente grazie ad apprezzamenti iperbolici da parte della critica mondiale e coinvolta da artisti come Anthony Braxton, Taylor Ho Bynum, Marc Ribot e tanti altri. Sarà la curatrice del prossimo Festival Unlimited di Wels.
Rassegna Musiche Extra-Ordinarie
domenica 19 novembre ore 18.00
MADE TO BREAK (USA) – data unica in Italia
Ken Vandemark: sax, clarinetto
Christof Kurzmann: elettroniche
Jasper Stadhouders: contrabbasso
Tim Daisy: batteria
Il secondo dei tre concerti di matrice statunitense vede altre autentiche superstar, tra cui una delle più luminose in assoluto, Ken Vandemark, ideatore del progetto, definito dalla critica internazionale “essenziale per chiunque sia interessato alla continua evoluzione della musica creativa”.
Questo gigante del sassofono, già vincitore del MacArthur prize, con Made To Break ha compiuto un piccolo miracolo, un audace sogno sonico che condensa i suoni dell’improvvisazione, del funk e dell’elettronica grazie all’apporto dei suoi compagni di avventura, tre dei musicisti più emozionanti e significativi della musica del presente: Christof Kurzmann, Jasper Stadhouders e Tim Daisy.
Questo gruppo di sonori rivoluzionari ha ripetutamente stupito il pubblico nei 5 continenti e ogni membro vanta una serie infinita di progetti e collaborazioni con tutti i più grandi del firmamento della musica attuale. All’Area Sismica presenteranno il terzo album Trébuchet, edito dalla Trost.
sabato 25 novembre dalle 18.00 c/o Sala Sangiorgi – Istituto Musicale A.Masini – Forlì
VII Festival Musica Contemporanea Italiana
curatela Fabrizio Ottaviucci
ore 18.00 Anna D’Errico – pianoforte
ore 18.30 Carlo Siega – chitarra elettrica
ore 19.00 Francesco D’Orazio & Francesco Abbrescia – violino, elettroniche
pausa
ore 21.30 Marco Michele Rossi – violoncello
ore 22.00 Enrico Malatesta – percussioni
ore 22.30 Duo Alterno (Tiziana Scandaletti, Riccardo Piacentini) – voce, pianoforte
musiche di: F. Romitelli, I. Fedele, L. Ronchetti, D. Terranova, F. Pavan, S. Gervasoni, F. Oppo, F. Abbrescia, E. Morricone, A. Corghi, L. Ferrero, L. Esposito, U. Bombardelli
La settima edizione del Festival di Musica Contemporanea Italiana introduce una grossa novità nella struttura dei concerti: tutto il festival verrà raccolto e presentato in una sola giornata, sabato 25 novembre, in cui si esprimeranno quattro solisti e due duo, con concerti brevi, della durata di mezz’ora ciascuno. Questa giornata si articolerà in due parti di 90 minuti ciascuna, separate da un ampio intervallo.
Come è oramai tradizione e motivo di vanto e di riconoscimento nazionale, il festival dell’Area Sismica propone i migliori interpreti presenti e attivi in Italia; ai tanti che hanno arricchito con la loro presenza la proposta d’eccellenza del festival si aggiungono quest’anno la pianista Anna D’Errico, il chitarrista elettrico Carlo Siega, il violoncellista MIchele Marco Rossi, il percussionista Enrico Malatesta, il Duo Alterno del pianista e compositore Riccardo PIacentini e della soprano Tiziana Scandaletti e il gradito ritorno di Francesco D’Orazio, questa volta con il violino elettrico, associato al live elettronico di Francesco Abbrescia.
Il repertorio sarà come sempre vario ed etereogeneo, legato alle singole esperienze degli interpreti che da protagonisti riescono a farci conoscere in tempo reale la situazione compositiva attuale in Italia.
Nel concerto ci sarà una sezione richiesta espressamente dal FMCI al violinista Francesco D’Orazio, riconosciuto interprete barocco e contemporaneo; l’idea è quella di rendere contemporaneo il pensiero dell’interpretazione delle opere del passato e solo chi è esperto di entrambe le fasi storiche può avviare questa indagine pericolosa e affascinante. Così, attraverso la sensibilità di D’Orazio e Abbrescia, pagine bachiane rivivranno in una dimensione interpretativa radicale e fortemente calata in un pensiero contemporaneo. Un esperimento in prima assoluta, che vuole porre la domanda sul futuro dell’interpretazione delle opere del passato.
Il nostro piacere di costruire questo percorso è legato alle motivazioni iniziali di voler aprire una finestra di ascolto e conoscenza nella città di Forlì e di condividere questo viaggio con il sensibile, curioso e importante pubblico che gravita attorno alle esperienze musicali dell’Area Sismica.
Shanir Blumenkranz’ ABRAXAS (USA)
Shanir Ezra Blumenkranz: gimbri
Eyal Maoz: chitarra el
Aram Bajakian: chitarra el
Kenny Grohowski: batteria, percussioni
La serie statunitense si chiude con una formazione protagonista della scena attuale newyorkese, gli Abraxas, esplosivo progetto di Shanir Ezra Blumenkranz in cui mescola diabolicamente le melodie klezmer a ritmi pieni di energia allucinata e ipnotica, una sorta di montagna russa tra jazz, rock e improvvisazione. Shanir interpreta il Gimbri, un liuto a tre corde, particolarmente comune in Marocco e in Algeria, ma le cui origini si trovano in Guinea. Al centro dell’azione ci sono le intense e pirotecnica chitarre di Eyal Maoz e Aram Bajakian e le percussioni di Kenny Grohowski che forniscono molto di più di un semplice ritmo.
Nata da una composizione di Zorn, con cui tutti i membri della band hanno suonato a lungo, l’idea di Shanir Ezra Blumenkranz è di liberare l’energia che la tradizione klezmer contiene attraverso una terapia d’urto, un elettroshock che spara schegge impazzite in ogni ambito musicale e che investe l’ascoltatore inchiodandolo alla sedia.