Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

PROFETUS, The Sadness Of Time Passing

Sono passati 5 anni dall’ultimo ep dei finlandesi Profetus, 7 dall’ultimo disco a piena durata. Non si tratta forse del più produttivo fra i gruppi in circolazione, ma di sicuro nessuno si potrà lamentare della qualità. Del resto, l’essere prolifici non è sicuramente la caratteristica che rappresenta i migliori gruppi funeral doom che, evidentemente, se la prendono con calma non solo col ritmo musicale. Dunque, se dovessi citare una sacra triade del funeral doom, escludendo chi non è più attivo (cioè i Thergothon), non esiterei a fare i nomi di Skepticism, Mournful Congregation ed Esoteric: sono quelli che hanno codificato gli stilemi del genere e che continuano da anni a brandire lo scettro di un regno musicale che appartiene loro di diritto. Eppure i Profetus, in questo ipotetico regno, appartengono di sicuro alla famiglia reale per diritto acquisito. Sebbene compongano in maniera derivativa, è impossibile non affermare che lo facciano in maniera impeccabile. La drammaticità che comunicano, di questo ci importa, è la stessa dei loro mentori, magari con una inclinazione maggiore verso i connazionali Skepticism per via dello spazio che occupa la tastiera, rispetto alla armonizzazioni chitarristiche della loro controparte australiana. L’influenza degli Esoteric è invece più remota. Concludendo, chi ama questi suoni sappia che difficilmente troverà di meglio in circolazione se non fra i padri fondatori, e questo è un complimento enorme.