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PROFANATICA, The Curling Flame Of Blasphemy

In diverse recensioni passate vi abbiamo parlato di come la Hells Headbangers sia riuscita a diventare un’etichetta nota nel mondo grazie ad un sound ben preciso, che alcuni gruppi hanno contribuito a rendere celebre. Tra questi, gli appassionati saranno d’accordo nel fare il nome dei Profanatica. Per quanto i loro lavori iniziali siano usciti quasi tutti sotto Osmose Productions, il primo full length è finito sul la label statunitense, così come tutti gli altri a venire.

La band di New York, arrivata alla soglia del quarto album, ci tiene a essere ricordata come una di quelle che per prime hanno innalzato la bandiera di Satana nella Grande Mela e nei dintorni, assieme a Incantation (da una costola dei quali sono nati) e Immolation, oltre che a essere annoverata tra le primissime formazioni black metal negli States. Le dieci tracce contenute in questo The Curling Flame Of Blasphemies non cambiano di una virgola la direzione intrapresa dal 1990 ad oggi, sia pre che post reunion: un sound violento, blasfemo, con ampi strascichi di quello della band madre, che è riproposto ancora più grezzo di prima, sebbene la produzione sia però molto migliorata rispetto al passato. L’andamento quasi marziale del loro drumming e i rallentamenti improvvisi e infernali non mancano, come nell’ultimo pezzo “Curling Flame”. Ed esattamente come nei loro precedenti episodi, la proposta musicale complessiva è anche un po’ monotona, il che li ha sempre resi appetibili per un pubblico “di settore”, mentre gli ascoltatori più “generalisti” hanno sempre preferito altre band.

Si può obiettare che se fosse per questo ultimo tipo di persone il metal non sarebbe andato molto oltre gli Iron Maiden, ma a noi questo poco interessa. I Profanatica sono tornati e anche questo disco fa rintanare Gesù nell’alto dei cieli, mentre un’orda di demoni tenta di sfondare le porte del Paradiso per spodestare il nostro Signore dal suo trono. Pezzi come “Magic & Muhr”, “March To Golgotha”, “Black Hymna” e “Host Over Cup” saranno pane per i vostri denti se cercate del buon black/death marcio e blasfemo da mettere sul vostro giradischi. Quelli che si impressionano facilmente e vogliono il sound pulito ed educato cerchino altrove.