Portrayal Of Guilt: nessuno è qui per gli altri
The house fills with gasoline, with every memory I’ve ever known.
I light the match and realize I am alone.
It begins to burn.
I step out for a moment and watch the sky.
I think about my life and begin to cry.
Breathe in.
Breathe out.
I close my eyes and step inside.
I become one with the flames.
I’ve never felt so alive.
My vision fades away as I watch my skin and bones melt away and turn to ash.
This is where I belong.
The building crumbles and the smoke fills the air.
This is where I belong.
I Portrayal Of Guilt sono un terzetto di Austin (Texas) e si sono formati nel 2017. Sono arrivati fino a qui con alle spalle un full length (Let Pain Be Your Guide del 2018) e un po’ di roba tra split (uno coi Street Sects, ad esempio) ed ep (l’ottimo Suffering Is A Gift del 2019, per dirne uno), tour sia negli Stati Uniti, sia in Europa, una rassegna stampa significativa, dato che tutte le riviste grosse si sono accorte di loro. Ora tocca al secondo album, We Are Always Alone (per Closed Casket Activities), registrato nel 2020 dopo aver interrotto un tour a causa della pandemia. In Italia, mi pare, non hanno fatto breccia, non so il motivo: forse me lo dirà qualcuno dopo aver letto e ascoltato. Suonano un mix tra screamo e black metal, ma non alla maniera dei Celeste, perché sono molto più concisi, direi quasi grind nello spirito, come del resto nella voce. Aggiungiamo pure buonissime infiltrazioni elettroniche (noise, nell’ultimo disco a cura dell’ospite esterno Mack Chami) ed è davvero difficile che non piacciano o non risultino in qualche modo personali. Qua i pezzi sono leggermente più elaborati, ma non ti danno il tempo di annoiarti, lasciano tagli e ustioni, sembrano provenire da un malessere autentico e non artefatto: che sia qualcosa di matrice hardcore o che sia qualcosa di preso dal black metal, arriva alle orecchie sempre autentico e stracarico di negatività. Validi anche i testi: succinti e lapidari abbastanza perché qualche adolescente li scriva sul suo diario (virtuale o reale), ma non così stupidi da essere cancellati dopo, a ormoni fermi. Insomma, non mi spiazza che fuori nel mondo prendano solo votoni.
Ho voluto parlare con loro di poche cose, giusto per dare una mano a chi si è incuriosito a mettere meglio a fuoco la band.
Voglio iniziare dicendo che avete pubblicato ancora una volta un gran disco. Onesto e sincero. Bruciate. Velocemente. La musica dev’essere sempre qualcosa di viscerale per voi? Non troppo pensata? Perché?
Matt King (voce, chitarra): Grazie! Quando scriviamo in generale non c’è un pensiero pre-esistente su cosa provare a fare. Succede tutto in modo naturale. Penso che sia questo ciò che ci aiuta a scrivere canzoni che suonino uniche.
Per favore, tenete presente che siamo una webzine italiana con lettori italiani. Non siamo ad Austin con voi. Se qualcuno ama la musica, Austin sembra un posto perfetto: locali, festival, tante band… Ma devo ammettere che non conosco molto della vostra scena. Avete avuto tutti altre band prima dei Portrayal Of Guilt. Vi va di raccontare qualcosa del vostro mondo?
Austin è stato un gran posto per essere in una band, ma dopo anni di gentrificazione e dopo questa pandemia sono sopravvissute poche venue, specie quelle della scena DIY. Il mondo degli affari si è preso l’anima di quella che conoscevamo come la “live music capital”, anche se le band che escono da Austin e dal Texas in generale sono davvero incredibili, indipendentemente dalla situazione con cui abbiamo tutti a che fare adesso qua.
I giornalisti dicono che siete influenzati da band screamo, e ce ne sono diverse negli Stati Uniti: è qualcosa nel vostro DNA. Ma c’è anche molto black metal in voi, e non ci sono troppe band black metal negli Stati Uniti. Da dove avete preso questa parte del vostro sound? Da dove arriva questo gene black metal?
Credo ci siano più screamo band fuori dagli Stati Uniti che dentro, almeno questa è la mia opinione. Forse è solo la qualità del songwriting. Per me queste band suonano più oneste e sono guidate dalle emozioni.
Del black metal mi attrae il suo essere così freddo e buio. Non sono proprio un fan della musica positiva, upbeat.
Ho apprezzato molto alcuni campionamenti e alcuni inserti noise nel vostro nuovo disco (non è la prima volta che succede). Questa roba è fatta tutta dal vostro ospite Mack Chami? Avete familiarità con noise, dark ambient e cose simili? Penso che stiate aggiungendo una sfumatura molto interessante al vostro sound utilizzando un pochetto d’elettronica.
Sì, tutte le parti elettroniche sono di Mack. Siamo felici di aver potuto collaborare con lui su quest’album. I suoi progetti sono fantastici (Terror Cell Unit, God Is War, Koufar). Continueremo a lavorare insieme in futuro e non ne potremmo essere più entusiasti.
Molte band nascondono i loro testi o non danno ad essi troppa importanza. Apprezzo molto il fatto che voi li abbiate messi tutti sul sito e sul vostro Bandcamp. Quanto peso date ai testi? Sono tutti molto spogli, minimalisti e simili alla prosa, non alla poesia. Perché questa scelta?
Secondo me i testi su questo album sono più complessi e poetici del solito, anche se ho deciso di cimentarmi con la narrazione visiva. Ho fatto del mio meglio per scrivere in quel modo che ti permette di visualizzare le storie che sono raccontate. Ne vado fiero.
Tendete a mettere figure femminili sulle vostre copertine. Specialmente “portrayals”. Perché?
Le primissime uscite sono state fatte senza dare una direzione all’artista. Ci piace mandare la musica agli artisti e lasciarli tornare da noi con qualcosa di basato su ciò che loro hanno sentito durante l’ascolto. Per via delle somiglianze tra i dischi, aveva senso includere lei (allude alla ragazza che appare nella copertina di We Are Always Alone, e che potrebbe essere la stessa dei dischi passati, ndr) andando avanti. Non le abbiamo dato ancora un nome, ma un giorno lo avrà.
Avete già fatto molti tour. Credo che se una band underground non cerca di fare tour, forse è meglio che smetta di suonare. Cos’avete imparato dai vostri giri? Che cosa devono aspettarsi le persone da un vostro live?
Abbiamo soprattutto imparato ad adattarci allo stile di vita connesso all’andare in tour. Non è facile come qualcuno potrebbe pensare.
Ciò che le persone possono aspettarsi da un nostro live è un sound molto più crudo. Stiamo continuamente lavorando per migliorare il nostro live show e stiamo cercando di suonare in giro per il mondo queste nostre nuove canzoni, in futuro.