POIL UEDA, Poil Ueda
In Giappone si trova sempre un’affascinante commistione fra passato e futuro, tradizione ed avanguardia. Questo disco è nato dall’incontro fra Junko Ueda, musicista folk tradizionale di Satsuma Biwa (un liuto piriforme, utilizzato per tradizioni narrative) e cantante, ed i francesi cosmici PoiL (di cui incrociai la storia di un membro nel Pil Coït lo scorso anno). Insieme, su vaporose ritmiche out-rock, trasfigurano un mondo aereo che ci appare composto da fonemi alieni. Un brano in tre parti riprende un sutra tradizionale, “Kujo Shakujo”, utilizzato nel Goma dello Shingon, cerimonia atta a sconfiggere le illusioni liberando l’impedimento alla diffusione del Dharma. Anche qui le energie sembrano liberarsi, fluendo libere nel groove. Con “Dan No Ura” si ripercorre invece la battaglia decisiva della guerra Genpei, anno 1185. Scostante, nervosa ed arcigna, tra Magma e certe ondate che sanno di sangue, la seconda sembra un’omelia per delle anime che poi fanno trasudare l’aria, condensando e gocciolando note e bave vocali come miele. Solo due brani, declinati in tre e due movimenti l’uno, per un lavoro che ci trasporta letteralmente in un altro mondo.
Mancandomi del tutto il retroterra storico e spirituale, immergermi in un mondo come questo mi apre realmente delle porte, mentali, materiche ed emozionali. Un vero e proprio trip, fatevi prendere la mano…