Playlist 2022: dire Messa

Riveliamo subito che quelli più nominati quest’anno sono stati i Messa.

Qui sotto trovate i bilanci annuali (o come li vogliamo chiamare) di tutti i collaboratori di The New Noise che si sono prestati al gioco.

Federico Benaglia

Il 2022 è stato un bell’anno di merda. Mi sforzo di vedere il bicchiere mezzo pieno: sì, il Ventennio appena iniziato si preannuncia difficile, ma fortunatamente non sono un appassionato di rave. Quanto ai concerti che mi piacciono, beh, è già bello vedere una trentina di persone sotto il palco, altro che cinquanta.

La musica. Mi piace fare un recap di quello che ho ascoltato durante l’anno, ma anche sbirciare le liste altrui. È difficile tenere traccia di tutto quello che sta uscendo negli ultimi tempi, e molta roba valida rischia di cadere nel dimenticatoio o passare inosservata, così come le opinioni che abbiamo espresso al riguardo su The New Noise. Idea mia, magari sono solo uno stalker musicale.

I dischi meritevoli sono davvero tanti, con alcune interessanti novità e diversi graditi ritorni. La mia impressione è che sia mancato il colpo di genio, il disco di cui ti accorgi non poter fare a meno e che, bene o male, ogni anno salta fuori dal mazzo. Forse stiamo vivendo il post-covid con un po’ troppa frenesia, sotto tanti aspetti. O forse sono un rompicoglioni io, mai contento. Propendo per la seconda ipotesi. Andiamo con le mie liste…

Top 5

Niente di nuovo sotto il sole, ma Precipice dei DÄLEK mi ha conquistato. Ne parlo qui. DIE SÜNDE, Strega
CHAT PILE, God’s Country
VOIVOD, Synchro Anarchy
ULTHA, All That Has Never Been True

Graditi ritorni

KEN MODE e CAVE IN tirano fuori dal cilindro due ottime prove rispettivamente con Null e Heavy Pendulum, anche se non me la sento di parlare di capolavori. Si ripigliano anche i miei CULT OF LUNA con The Long Road North e i CELESTE con Assassine(s). Buoni dischi, ma non certo l’apice delle rispettive carriere, per MESHUGGAH (Immutable, ne parlo qui), RUSSIAN CIRCLES (Gnosis) e BLUT AUS NORD (Disharmonium – Undreamable Abysses).

10 perle (frutto di una dolorosa selezione) metal e dintorni

INFALL, Far
WHITE WARD, False Light
ZEAL & ARDOR, Zeal & Ardor
IF I DIE TODAY, The Abyss In Silence
WAKE, Thought Form Descent
AEVITERNE, The Ailing Façade
REVOCATION, Netherheaven
MESSA, Close
GAEREA, Mirage
FALLUJAH, Empyrean

Non è metal tutto ciò che luccica

KENDRICK LAMAR, Mr. Morale & the Big Steppers: ha bisogno di più ascolti per emergere, ma dategli tempo.
BILLY WOODS, Aethiopes
BJÖRK, Fossora (qualcuno la critica… Beh, si fotta.)

 

Fabio Fior

Caterina Barbieri – Spirit Exit (Light-years)
Goat – Oh Death (Rocket Recordings)
Valerio Tricoli – Say Goodbye To The Wind (Shelter Press)
Dälek – Precipice (Ipecac Recordings)
MAI MAI MAI – Rimorso (Maple Death Records)

 

Alessandro Pascolini

01. Black Country, New Road – Ants From Up There
In poche parole l’opera più completa, introspettiva, sovversiva ed emozionante dell’anno.

02. Ethel Cain – Preacher’s Daughter
Una discesa negli abissi per mano della più insospettabile devota di Dio.

03. Max Cooper – Unspoken Words
Un buco nero di suoni, la placida realizzazione dell’immensità dell’universo.

04. Fontaines D.C. – Skinty Fia
Una lunga poesia del disincanto, la compagnia perfetta per tutta la pioggia del mondo.

05. Chat Pile – God’s Country
Nichilismo marcio e arrugginito urlato a denti stretti.

06. black midi – Hellfire
Uno squarcio sull’apocalisse creato da quattro ragazzini iperattivi e dannatamente talentosi.

07. The Callous Daoboys – Celebrity Therapist [mathcore/post-hardcore – USA] L’attacco psicotico più divertente e surreale dell’anno.

08. Weyes Blood – And in the Darkness, Hearts Aglow [art pop/psychedelic pop – USA] Una poetica e sognante Sirena di Ulisse intrappolata nel Futuro.

09. Daniel Avery – Ultra Truth [progressive breaks/IDM – UK] La glaciale sentenza di un algoritmo avviluppato in un bagno di gong digitali.

10. Honningbarna – Animorphs [post-hardcore/hardcore punk – Norvegia] Un assalto brutale alle sinapsi, il ruggito graffiante dei reietti.

 

Daniele Zennaro

Quest’anno sono riuscito a battere il mio record e scrivere una sola recensione. Ero convinto di aver ascoltato forse 2 o 3 dischi usciti nel 2022 ma alla fine, grazie agli elenchi fatti da altri, mi sono reso conto che a 10 ci arrivo. Per la prima volta, con piacere, molti di questi nomi sono italiani: amici o “colleghi”, ma gente che comunque merita tutto il mio supporto (e non solo). L’ordine è sparso ma il comeback più gradito è stato senza dubbio quello di Kaos (qui è un fattore di cuore, chi ha amato le sue rime può capire).

Kaos – Chiodi
Assumption – Hadean Tides
Thulsa Doom – A Fate Worse Than Death
Ape Unit – Filth
Kendrick Lamar – Mr. Morale & The Big Steppers
Deströyer 666 – Never Surrender
Coast Contra – Apt. 505
Negative Plane – The Pact
Extortion – Seething 7”
Black Oath – Emeth, Truth and Death

Altri lavori meritevoli di attenzione:

Terror Firmer – The Ultimate Nuclear Core Explosion
Whoresnation – Dearth
VoivodSynchro Anarchy

 

Michele Palozzo

Nota della redazione: vi rimandiamo al blog di Michele, perché vogliamo che lo leggiate: in lista troverete Pan Daijing, Vilhelm Bromander, Annesley Black, Stefano Pilia, Alec Goldfarb, Scarcity, Johnny Chang & Keir GoGwilt, Ellen Arkbro & Johan Graden, Minami Saeki / Ayami Suzuki / Taku Sugimoto / Takashi Masubuchi.

 

Renato Failla

Nota della redazione: Renato ha pubblicato una top 40 di quanto ha fatto ascoltare in radio.

 

Peppe Trotta

Si è chiuso un altro anno e come sempre è tempo di resoconto – rigorosamente parziale e mai definitivo – sugli ascolti affrontati e trattenuti. Parziale perché mi è pressoché impossibile stare al passo con tutto ciò che viene pubblicato, non definitivo perché continuerò ad ascoltare lavori usciti nel 2022 per qualche altro mese di sicuro. Detto ciò, senza un ordine preciso ed evitando qualsivoglia numerazione, metto in fila gli album che, tra quelli sviscerati, mi hanno più stimolato, interessato o semplicemente divertito.

Pan Daijing – Tissues
Felicia Atkinson – Image Language
Flavia Massimo – Glitch
Kali Malone – Living Torch
Stefano Pilia – Spiralis Aurea
Patricia Wolf – See-Through
Federico Madeddu Giuntoli – The Text and the Form
Lucia Baldini/Arlo Bigazzi/Flavio Ferri – Alfabetiere Majakovskij!
gFFr – Deleuze Deluxe Doll
Loraine James – Building Something Beautiful For Me
Gold Panda – The Work
Caterina Barbieri – Spirit Exit
Rival Consoles – Now Is
Moor Mother – Jazz Codes
Eric Chenaux – Say Laura
Binker and Moses – Feeding The Machine
Stromae – Multitude
Lomepal – Mauvais ordre
Fontaines D.C. – Skinty Fia
Kee Avil – Crease
Natalia Lafourcade – De todas las flores
Weyes Blood – And In The Darkness, Hearts Aglow
King Hannah – I’m Not Sorry, I Was Just Being Me
Big Thief – Dragon New Warm Mountain I Believe In You
Bruno Bavota/Chantal Acda – A Closer Distance
Kathryn Joseph – For You Who Are The Wronged

 

Marina Sersanti

Non sono molto pro classifiche e tanto meno una che fa retorica spicciola, seguo sempre un impulso idealistico e passionale nella scelta dei dischi, vivendoli come se fossero una sorta di compagni di viaggio. Ci sono state molte pubblicazioni quest’anno che rendono ardua la selezione, ma ho preso quei dischi che, in momenti diversi, hanno avuto la valenza di accompagnarmi durante questi dodici mesi descrivendo e spronando (in alcuni casi) la mia ricerca espressiva come essere umano.

Collars, Hauntology
Loia, Sotto La Mia Pelle
Contrazione, Cieli Rossi Sull’Europa 1983-1985 (ristampa Area Pirata Records)
Hate & Merda, Ovunque Distruggi
R.O.T.S.W., Year Of The Snake
Ratos De Porão, Necropolitica
Noia, Desolating Blaze
Butters, No Mankind
Petrolio, La Disobbedienza
Miscreance, Convergence

Outsider un libro musicale: Collezioni di Attimi 1983 – 1992, edito da Goodfellas e dedicato a Marco Mathieu, racconta la storia dei Negazione attraverso foto, ricordi musicali e non, con la supervisione di Deemo, storico grafico dei Negazione.

I dischi del 2023 che attendo con molta curiosità: il nuovo degli Obituary e dei Mind/ Knot.

 

Michele Giorgi

Ogni anno faccio salti mortali per non lasciare fuori nessun titolo dalla mia playlist o la butto in caciara mettendone troppi. L’anno scorso mi sono addirittura limitato ai libri pur di non dover scegliere tra i dischi. Perché, in aperto contrasto con chi sostiene che non esca più musica nuova in grado di lasciare il segno, per me di ascolti da portarsi dietro in dodici mesi ce ne sono tanti, anche troppi, e tutti meritevoli di trovar posto in un riassunto di fine anno.
Odio le classifiche, soprattutto se le devo fare io perché sono un indeciso cronico e vivo costantemente con la musica nelle orecchie: tanta musica che mi ronza in testa e ridurla a dieci nomi mi sembra davvero una forzatura eccessiva. Però quest’anno ho fatto uno sforzo e li ho buttati giù, solo dieci, non uno di più, non quelli che considero migliori ma quelli che per un motivo o per l’altro ho ascoltato di più così come mi sono venuti in mente senza starci tanto a pensare, tanto sicuro ho lasciato fuori qualche titolo e me ne pentirò.

Carne, Saremo Ancora Minaccia
Dead Cross, II
Heilung, Drif
Krav Boca, Pirate Party
Lili Refrain, Mana
Messa, Close
Plakkaggio, Verso La Vetta
Tenebra, Moongazer
Voivod, Synchro Anarchy
Zeal & Ardor, S/t

 

Angelo Borelli

Burial: Antidawn (Hyperdub)
C_C: Énergies Du Vide (Fougère)
Caterina Barbieri: Spirit Exit (Light Years)
Cheb Terro vs Dj Die Soon: S/t (Drowned By Locals)
Claire Rousay and More Eaze: Don’t Stop Texting Me (Orange Milk)
Heith: X, Wheel (PAN)
Kali Malone: Living Torch (Portraits GRM)
Parl Dro: Ghyste Mortua (Fango Radio Editions)
Stefano Pilia: Spiralis Aurea (Die Schachtel)
White Suns: Dead Time (Orange Milk)

Fra i dischi che hanno allietato (si fa per dire) il mio 2022 troviamo due o tre nomi che girano in molte classifiche di fine anno: i lavori di Stefano Pilia e Kali Malone, ad esempio, il primo sontuoso, l’altro più asciutto, ma entrambi sulla scia dei grandi nomi della classica contemporanea. Per molti versi sottovalutato invece è l’ultimo di Caterina Barbieri, la quale con l’innesto inedito della voce e un linguaggio più fruibile del solito dà vita a un disco “quasi pop” ma sempre all’altezza della propria artefice. Pop, ma funestato da un uso così sconsiderato dell’autotune da risultare brillante, è il lavoro di More Eaze e Claire Rousay su etichetta Orange Milk; sempre per la label di Rankin & Graham è uscito l’ep dei White Suns che da Brooklyn rinverdiscono i fasti del noise, un po’ Wolf Eyes un po’ Sightings. PAN è etichetta da tenere sempre nei radar: l’uscita migliore di quest’anno è quella di Daniele Guerrini, in arte Heith, che qui sembra ricalcare in maniera comunque originale le sonorità che tanto mi erano piaciute nell’ultimo Lutto Lento (non a caso pubblicato da Haunter Records di cui Guerrini è cofondatore). Burial porta avanti il processo di sgretolamento della propria musica e Antidawn è una delle cose più belle (e commoventi) della sua carriera; C_C è un (forse) francese scoppiatissimo e poco conosciuto, la cui elettronica dà però la paga a molti. Da tempo ormai la nostra webzine collabora con Fango Radio, io stesso curo il podcast basato sulle nostre pagine: Fango è anche etichetta musicale e quest’anno ha tirato fuori questo nastro di improvvisazioni dei misteriosi Parl Dro, la cui inquietante bellezza ci è sembrato giusto sottolineare. Infine quello che secondo me è il disco dell’anno, la collaborazione postuma fra il producer giapponese Dj Die Soon e il defunto Mc tunisino Cheb Terro, uscita per un’etichetta giordana: linee di basso distorte, hip hop, techno, noise, dub, jihad e spirito punk perfettamente miscelati.

 

Elena Raugei

Beach House – Once Twice Melody
Lucrecia Dalt – ¡Ay!
Jockstrap – I Love You Jennifer B
Kee Avil – Crease
King Hannah – I’m Not Sorry, I Was Just Being Me
Perfume Genius – Ugly Season
Howard Shore – Crimes Of The Future (Original Motion Picture Soundtrack)
Soundwalk Collective – LOVOTIC
Sharon Van Etten – We’ve Been Going About This All Wrong
Witch Fever – Congregation

 

Toni De Martino

JAH NADA/RA WASHINGTON, In Search Of Our Father’s Garden
PANDA BEAR/SONIC BOOM, Reset
ROBIN RIMBAUD, The Homeland Of Electricity
MOURNING [A] BLKSTAR, Celestial Bodies
XEXA, Calendario Sonoro
OREN AMBARCHI, Shebang
MAI MAI MAI, Rimorso
LAUGE & AES NADA, Terrene
MATHEW HERBERT, The Wonder (Score)
CHILDREN OF THE ARTIST, Ballad Of The Liar’s Tongue

 

Loris Zecchin

Dieci pepite

BILL NACE – Through A Room (Drag City)
AMELIA CUNI & ALEX MENDIZABAL – Stimmen Aus Himmel Und Hölle (Ants)
MERZBOW – Animal Liberation, Until Every Cage Is Empty (Cold Spring)
UWALMASSA – Malar (Mana)
MISTER WATER WET – Significant Soil (West Mineral)
CLEARED – Of Endless Light (Touch)
ROMÉO POIRIER – Living Room (Faitiche)
DEATHPROD – Sow Your Gold In The White Foliated Earth (Smalltown Supersound)
BEN VIDA & LEA BERTUCCI – Murmurations (Cibachrome Editions)
VALERIO TRICOLI – Say Goodbye To The Wind (Shelter)

Il segno di Zorro

DANIEL BACHMAN – Almanac Behind (Three Lobed)

Un ristampone

DUET EMMO – Or So It Seems (Mute)

Tris cofani

ÁKOS RŐZMANN – Mass/Mässa (Ideologic Organ)
SPACE MACHINE – Space Tuning Box (Urashima)
MERZBOW – Double Beat Sequencer (Slowdown)

Tris compile

AA/VV – Ghost Riders (Efficient Space)
AA/VV – Dark Exotica: As Dug By Lux And Ivy (Righteous)
AA/VV – Feel From The Sun (Ace)

Due grandi dischi del 2021 scoperti solo quest’anno

OSS – Enter The Kettle, Classified As A Weapon (Orbscure)
MOSQUITOES – Reverse Drift / Reverse Charge (Knotwilg)

Un libro

ALLA RICERCA DELL’OBLIO SONORO di Harry Sword (Atlantide)

 

Licia Mapelli

01. Kuolemanlaakso – Kuusumu
02. Kuolemanlaakso – Kuolleiden Laulu (EP)
03. MMXX – Sacred Cargo
04. Svart Vinter – Mist
05. Ars Onirica – II: Lost
06. Assumption – Hadean Tides
07. Friends Of Hell – Friends Of Hell
08. Bloodbath – Survival Of The Sickest
09. Whiskey Ritual – Kings
10. Blackbraid – Blackbraid I

 

Ruben Gavilli

01. Osees – A Foul Form
02. Flaccid Mojo – FM
03. The Chats – Get Fucked
04. Oog Bogo – Plastic
05. OCH – Pö om Pö
06. Horse Lords – Comradely Objects
07. Goat – Oh, Death
08. PETBRICK – Liminal
09. Jon Spencer & The HITmakers – Spencer Gets It Lit
10. The Sheaves – Excess Cult Time

 

Lucrezia Ercolani

Top 10 + 1

In ordine sparso…

Panda Bear & Sonic Boom – Reset
Wilco – Cruel Country
Angel Olsen – Big Time
Lucrecia Dalt – ¡Ay!
Goat – Oh Death
Širom – The Liquified Throne of Simplicity
Health – Disco4 Part II
MessaClose
Lili RefrainMana
Nero Kane – Of Knowledge and Revelation

Mai Mai Mai – Rimorso

 

Fabrizio Garau

Sicuramente porterò con me KEN Mode, Deathspell Omega, Nordjevel, Wiegedood, Ellen Arkbro con Johan Graden, Absent In Body e – al netto di qualche prolissità – Messa, così li faccio vincere.