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PLAKKAGGIO, Verso La Vetta

L’autentica passione dei Plakkaggio per il metal, genere che conoscono in profondità, è nota da tempo, così come lo è il loro amore per le citazioni a tema, non solo nei testi ma persino nella musica (si pensi ai palesi omaggi a Metallica e Iron Maiden in Ziggurath). Il legame era alla luce del sole già nel precedente disco, che aveva un pezzo intitolato “New Wave Of Black Heavy Metal Oi!”, a ribadire come le due componenti del sound da sempre nel dna della band fossero ormai paritarie e reclamassero la nascita di un ibrido degno di un proprio nome. Con Verso La Vetta le cose si spostano su di un nuovo livello, con un lavoro in cui ciascuna delle canzoni chiama in campo uno stile differente, dal power helloweeniano della title-track al melodic death scandinavo, dalla strizzata d’occhio al metal d’annata tra U.F.O. e Iron Maiden (era Di’Anno e Dickinson) al black norvegese di Satyricon e Immortal, il tutto ovviamente piegato allo stile ormai inconfondibile del collettivo di Colleferro. Non mancano infatti i coinvolgenti cori Oi! e il tiro da punk stradaiolo che da sempre rendono i concerti dei Plakkaggio autentiche gare di karaoke più che mere esibizioni della band sul palco. Del resto che i nuovi pezzi funzionino a dovere in sede live lo abbiamo verificato in prima persona a Bologna durante una riuscita domenica di anticipo primaverile, quando il pubblico presente si è dimostrato già pronto a cantare con la band tutti gli estratti di un disco uscito in streaming appena due giorni prima. Da sottolineare, perché se no rischia di passare l’idea che si tratti di un album di tributi o cover, come i Plakkaggio riescano a giocare con gli omaggi in modo intelligente senza dare mai l’impressione di aggiungere o inserire, quanto piuttosto di fondere e rendere parte integrante in un blend del tutto particolare e immediatamente riconoscibile. Dal punto di vista dei testi, oltre all’amore per la montagna e l’alpinismo (cui sono affidate apertura e chiusura), troviamo le immancabili avventure tra metal e birra (ma solo in lattina), lo sguardo alla storia del proprio territorio, la negazione del monoteismo in favore delle antiche religioni e tutto quell’immaginario che da sempre ha saputo far breccia nel cuore dei molti fan. Verso La Vetta è, però, anche il disco più politico della band, un lavoro che si confronta con temi sociali come la disoccupazione e la repressione in modo intelligente e mai banale, frutto di un’accurata ricerca di vocaboli e termini ad hoc di cui la lingua italiana è piena, così da affrontare ogni argomento senza scadere in slogan triti e ritriti. Tutto bene, quindi? Per quanto ci riguarda, la risposta non può che essere affermativa, i Plakkaggio hanno dimostrato ancora una volta di avere ragione e con buona pace di chi ancora si ostina a sottovalutare la potenza del black metal oi!. Garantisce al solito Robertò, questa volta con l’ausilio di un altro pezzo da novanta quale Enrico Giannone (Time To Kill).