PLAKKAGGIO
Ziggurath è il nuovo disco dei Plakkaggio, fieri portabandiera della NWOBHMOI!, uno strano ibrido in cui confluiscono linguaggi all’apparenza distanti eppure perfettamente riconoscibili all’interno di una formula coinvolgente e personale. Questa volta i tre hanno portato alle massime conseguenze ogni aspetto del loro universo parallelo, dall’amore per la storia della loro Colleferro a quello per gli Iron Maiden e la tradizione metal in generale. Convinti che simili realtà valgano più di tanti blasonati e acclamati fenomeni alla moda, abbiamo contattato i membri storici Chris e Gabriele per farci raccontare come è nato questo nuovo tassello della loro storia in note.
Ciao, partiamo col parlare dei cambiamenti avvenuti nell’ultimo periodo, cosa è successo in casa Plakkaggio, se non sbaglio c’è stato un cambio di line-up e avete deciso di togliere HC dal nome già all’uscita del sette pollici. Vi va di raccontarci qualcosa?
La storia è molto più semplice di quello che sembra. Dopo circa dieci anni che suonavamo come trio, il nostro batterista Lord Ceciroth per motivi personali ha deciso di trasferirsi in un luogo remoto e irraggiungibile perdendo la cittadinanza onoraria di Colleferroth. La prima regola per militare nei Plakkaggio è appunto risiedere nel nostro ancestrale villaggio, ma data la profonda amicizia che ci lega abbiamo optato per questo escamotage dell’eliminazione dell’”HC” onde cristallizzare questa prima parte di percorso. A quel punto un nostro vecchio amico in comune, con cui in passato abbiamo condiviso palchi con altre band e incrociato le strade in ammuffite salette di provincia, è subentrato a darci una mano. ValHell, questo il nome di battaglia, ha registrato sia il 7” CDG, sia il nuovo album Ziggurath. Comunque niente litigi, cause in corso, segreti e roba del genere, siamo ancora tutti ottimi amici!
Una cosa che ho notato è la presenza costante dei vostri luoghi all’interno dei testi, sembra che esista un legame davvero speciale tra voi, la zona in cui siete cresciuti/vivete e la sua storia…
Esatto, teniamo molto alle nostre origini e ai luoghi nei quali ci siamo formati sia musicalmente e umanamente. Nascere e crescere in provincia, in un paese di circa ventimila persone, è molto diverso dal farlo in una grande città, come Roma nel nostro caso specifico. Per ovvi motivi la nostra presenza in quel di Roma è sempre stata costante, la nostra città non offriva e non offre ancora concerti, negozi di musica specializzati e via dicendo. Nonostante questo siamo ancora spasmodicamente legati a Colleferro e lo abbiamo dimostrato ogni volta in tutti i dischi che abbiamo inciso. Forse sembrerà un discorso stupido, ma solamente chi l’ha vissuto può capirlo al 666%. Poi c’è anche da dire che le cose dagli anni Novanta a oggi sono radicalmente cambiate e questa differenza è andata via via affievolendosi.
In fondo, l’hardcore è sempre stata una questione di scene locali e di piccole comunità unite da un network globale. Questo ha permesso anche alla provincia di imporre una sua visione personale e non necessariamente allineata con le scene delle grandi città, a tratti forse anche più vitale e originale proprio per le difficoltà oggettive nel farsi conoscere al di fuori dei propri confini, condividete questa visione?
Sì, in pieno! Uno dei motivi fondamentali risiede nel “disagio” (termine decisamente in voga negli ultimi tempi), che in situazioni provinciali viene sentito/accusato maggiormente, specialmente negli anni passati. Potrei fare tantissimi esempi personali, come nei primi anni Novanta dove non c’era il “mezzo internet” e si cercava ossessivamente di recuperare più cassette registrate possibili o vinili in prestito, non avendo molta scelta su cosa ascoltare se cercavi il suono duro ed estremo in generale, questione che magari in una grande città potevi risolvere con un negozio specializzato. Alle scuole medie per anni ho avuto solo una ventina di cassette registrate male, mischiate e con titoli sbagliati, come “Master Of Puppers”, che ancora dovrei avere da qualche parte. Dovevi farti un gran culo per recuperarle, nonostante fossero sballate, ma ci si cullava in un’innocente incoscienza. Ci si aggregava facilmente con chiunque, sia se aveva una cresta colorata, sia i capelli lunghi o la testa rasata. Tutti indistintamente si era mira dei coatti. In edicola i vari Metal Shock, H/M e Grindzone arrivavano costantemente in ritardo e in numeri esigui, o non arrivavano proprio. Per farti un paragone, era come essere negli anni Ottanta a Roma, quindi ancora più indietro nel tempo. Io da ragazzino – quando non andavo a scuola – prendevo il treno, nascosto nel cesso per non pagare il biglietto, impiegavo circa un’ora per andare a Roma Termini e da lì diretto dallo Zoppo per comprare una toppetta del cazzo dei Venom e poi tornare indietro! Ma nel mio caso parlo di circa ventitré anni fa.
A fianco dei luoghi, è sempre presente il valore dell’amicizia e del crescere insieme, le piccole esperienze condivise nella quotidianità e le radici comuni. Concetti in fondo semplici come amicizia, unità, momenti vissuti insieme diventano il fulcro di storie personali in cui chiunque può riconoscersi e rivedersi. Possiamo dire che certa musica determini anche in persone distanti un vissuto simile e un sentire comune in cui identificarsi?
Il processo di identificazione fa sicuramente parte della “presa” di un pezzo piuttosto che di un altro, generi come il punk e l’hardcore hanno fatto di questo una vera e propria bandiera, anche perché nella maggior parte dei casi questa sorta di autobiografia popolare in musica viene da persone del tutto disinteressate alla fama o al successo, proprio per questo dei beceri metallari sono cresciuti dentro e attraverso l’esperienza hardcore, legata radicalmente alla realtà di tutti i giorni e sfaccettata su vari piani, dal sociale, al politico, allo stradaiolo.
La musica è, come da tradizione Plakkaggio, un mix di metal, oi! e punk senza soluzione di continuità in cui riff e cori, stacchi da stop & go! e chitarre soliste si mischiano e danno vita ad uno stile sempre più personale e riconoscibile. Dobbiamo considerare la NWOBHMOI! qualcosa di cercato o piuttosto il risultato naturale dei vostri gusti/ascolti?
Entrambe le cose sia a livello di testo, sia musicale. Ossia: volevamo un qualcosa che ci rappresentasse a livello concettuale, il testo può essere goliardico ma è la trascrizione delle nostre esperienze personali, nelle quali ci si possono rispecchiare in molti, specialmente dai trent’anni in su. Riguardo l’aspetto prettamente musicale è un mix tra punk e NWOBHM, che scaturisce dai nostri molteplici ascolti. Tutto si concretizza in questa piccola frase “New Wave Of Black Heavy Metal Oi!”.
Tra l’altro, Ziggurath è ricco di citazioni e tributi sia musicali che nei testi a band che hanno contribuito alla vostra formazione. Quali credi siano i nomi che più vi hanno più influenzato lungo gli anni e ritenete tuttora imprescindibili?
In primis Iron Maiden e chi ci conosce personalmente o come gruppo lo sa bene. Io, per dirtene una, ho la copertina di Killers tatuata nel retro coscia. Poi ci sono tante altre band che ci hanno ispirato molto: Metallica, Slayer, Megadeth, Judas Priest, Black Sabbath, Venom, Sodom, Darkthrone, Emperor, Immortal, Mayhem, Bathory, questo parlando di metal. Invece per la parte punk/hc/Oi! indubbiamente Cock Sparrer e molti gruppi italiani tra cui Colonna Infame, Duap, Payback.
Come è nata l’idea di chiamare l’album Ziggurath e chi ha disegnato l’artwork? Cosa rappresenta per voi il l’immagine dell’edificio sacro babilonese, c’è un richiamo metaforico o un simbolismo dietro?
Potremmo imbastire fantastici discorsi riguardo nostre passioni archeologiche o storiche, ma a essere sinceri non è così. L’idea di Ziggurath nasce perché volevamo rifare il verso a Powerslave degli Iron Maiden, abbiamo coniugato questa idea di partenza con la passione per il Medio Oriente e la Mesopotamia. In generale ricorriamo molto spesso a tematiche storiche, proprio perché ci piace sporcare la base punk hardcore della nostra musica con tematiche del tutto distanti dalla media. La cosa divertente è che i Maiden, nell’ultimo disco, hanno messo delle ziggurat ovunque nella grafica, anche se si sono ispirati alle piramidi mesoamericane e non a quelle mesopotamiche: immaginate le nostre facce appena comprato l’album.
L’intero artwork è opera del nostro fidato amico grafico Riccardo Parenti, in arte Kokeshi Design, che ci ha sempre aiutato ideando tutti i vari concept, tranne che per il 7” CDG (opera di Silvia Sicks). In Ziggurath si è avvalso dell’aiuto del nostro batterista ValHell, che ha disegnato a mano il caleidoscopio demoniaco sumero/babilonese che si impadronisce della spianata davanti l’enorme Ziggurat sullo sfondo.
Il disco esce per Hellnation, un nome storico della scena (non solo) romana e un esempio più unico che raro di passione e determinazione. Come è cambiata la situazione discografica indipendente e in generale la scena dopo oltre un decennio sulla strada?
Fortunatamente Robertò (Hellnation Recordstore) ci ha dato ancora fiducia e non finiremo mai di ringraziarlo per questo. Poi con lui, oltre al fatto che ci stampa i dischi, c’è anche un forte legame di amicizia. Da anni Robertò ed il suo negozio sono il pilastro della scena Punk/HC/Oi Capitolina e noi stiamo cercando anche di farlo diventare per il metal (risate, ndr). La seconda domanda dovresti porla a Robertò. Per quanto ci riguarda abbiamo notato che si vendono più magliette al posto di cd e vinili. Ultimamente il vinile è tornato abbastanza in auge, ma per quanto ci riguarda chiedono spesso i cd (ormai sono fuori stampa da tempo). Su questo punto bisogna dire che ormai Robertò adotta la formula lp + free cd che è davvero azzeccata. Altro fattore: è sempre più facile scaricare musica al posto di comprarla, quindi solamente chi è appassionato tira fuori i soldi per avere un supporto fisico. Per il resto in anni di era tecnologica e di internet non è cambiato cosi tanto.
Grazie mille per il vostro tempo, a voi i saluti e le conclusioni finali, quando vi potremo vedere dal vivo?
Grazie 666 a te Michele, per questa chiacchierata e in generale per il supporto! Abbiamo un po’ di date sparse in Italia (come al solito) e altre ne stanno arrivando. Comunque si possono trovare sulla nostra pagina facebook che tu linkerai…