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PINKUNOIZU, Free Time!

Free Time

Mondi paralleli.

Strana creatura questa nata tra Copenaghen e Berlino. I musicisti sono giovani e al debutto sulla lunga distanza dopo un mini (Peep), ma hanno alle spalle esperienze più o meno simili e acerbe. L’inglese Full Time Hobby li mette sotto la sua ala protettrice, nella speranza di ricavarne una piccola gallina dalle uova d’oro. Non sembri esagerata la definizione, visto che paiono esserci tutte le caratteristiche per far sì che ciò avvenga. Il quartetto non ha ancora le idee chiare, ma si sforza di interpretare una forma di multiculturalismo che gli è congeniale. “Myriad Pyramid” sembra nata in uno di quei viaggi alla riscoperta delle antiche radici perdute di un popolo lontano: intro con voce campionata di un muezzin e andamento felpato tinto di misture shoegaze, con quella chitarra riverberata che ci porta a una inebriante sensazione di benessere. Si fanno notare le percussioni convulse della lunga “Everything Is Stolen Or Broken”, con l’organo farfisa che comanda la composizione, e la voce vellutata del cantante. L’arrangiamento scontato della successiva “Parabolic Delusions” inceppa solo per un attimo la macchina compositiva: interessante però il testo, con curioso gioco sulle rime e sulle somiglianze comportamentali degli uomini. Free Time! in qualche occasione si lascia andare verso una forma di rock mediamente malinconico (“The Abyss”, che però ha un assolo finale abbastanza fascinoso), ma quando può infila colpi come fosse un pugile navigato (lo space-rock vagamente psych di “Death Is Not A Lover”, traccia migliore del lotto), sempre mentre vaga a random in mondi interconnessi come satelliti pop nemmeno tanto distanti tra loro. Difficile incasellare i ragazzi, ci sembra di capire che il talento non manchi, solo necessitano di focalizzare le qualità che lasciano positivamente intravedere.

Tracklist

01. Time Is Like A Melody
02. Myriad Pyramid
03. Cyborg Manifesto
04. Everything Is Broken Or Stolen
05. Parabolic Delusions
06. The Abyss
07. Death Is Not A Lover
08. Somber Ground