PIGS & UNSANE, Dave Curran & Chris Spencer
Se gli Unsane sono una certezza, i Pigs hanno saputo catturare l’attenzione sin dal primo ascolto e ci hanno spinto ad approfondire. Grazie ad una fortunata coincidenza, l’occasione per un faccia a faccia con Dave Curran si è presentata prima dello show degli Unsane a Bologna, permettendoci di realizzare una sorta di doppia intervista che ha finito per coinvolgere anche il sempre disponibile Chris Spencer. Un grazie sentito va a Mathieu della Solar Flare (la label dei Pigs) che ha organizzato il tutto.
Seguo gli Unsane dagli anni Novanta, la prima volta che vi ho visti dal vivo è stato nella mia città, Ancona…
Dave Curran: Davvero? Vuol dire che ci stai spiando, sei forse una specie di stalker? (risate)
Lo ammetto, vi seguo nell’ombra. In realtà, siete stati uno dei pochi gruppi a suonare nella mia città in quel periodo per ben due volte di seguito, per non parlare delle altre due date nei dintorni. Diciamo, che la cosa mi è sempre parsa un po’ strana…
Chris Spencer: Mi ricordo, è un posto stupendo, vorremmo tornarci. Quando siamo venuti in Italia le prime volte avremmo voluto suonare ovunque e per chiunque, e in realtà lo vogliamo fare ancora.
Dave, oggi le cose sono nuovamente in movimento, hai un nuovo disco degli Unsane, i Pigs, hai avviato una net label (la Coextinction Records). Come è nata l’idea di iniziare l’etichetta?
Dave: L’unica ragione per cui abbiamo deciso di aprire una net-label, a parte l’impegno di investire in una tradizionale etichetta che stampasse dischi in formato fisico, è stata la necessità di avere un qualcosa di veloce. Noi e i nostri amici siamo sempre impegnati in tour e con le nostre band, per cui abbiamo magari solo un giorno libero a New York per organizzare le cose, prenotare lo studio, e finire il tutto per farlo uscire immediatamente, senza che ci debbano essere troppe complicazioni e, visto che volevamo evitare la pirateria, ci piaceva far uscire le cose in tempi stretti.
Per questo avete deciso di produrre solo ep?
Dave: Il motivo è lo stesso, quello che volevamo era fare uscire cose divertendoci e senza tempi morti, sfruttando i momenti liberi delle band in tour, e magari fare tutto in un solo giorno, con il solo mixing posticipato rispetto alle registrazioni.
Hai due band e una label, come fai a stare dietro a tutto?
Dave: Ovviamente ho altri che mi aiutano: Andrew in studio, qualcuno che sta dietro alle mail quando sono fuori o che si occupa del merchandising.
Un’attitudine che definirei hardcore. In fondo, siete sempre stati molto hardcore anche nel contatto con il pubblico…
Dave: In realtà, sono sincero, è che amo fare solo ciò che mi piace e a modo mio e, se anche agli altri fregasse un cazzo, lo continuerei a fare così.
A un certo punto hai incontrato Mathieu della Solar Flare…
Dave: In realtà Mathieu ha conosciuto Andrew (Pigs, Coextinction Records) quando era in tour in Europa e gli ha parlato della sua label e dei Sofy Major, con cui voleva far uscire un album. Andrew me ne ha parlato a sua volta e quando sono venuto in tour con i Melvins ho incontrato Mathieu, ci siamo parlati, e mi ha espresso la sua idea. A quel punto ho semplicemente risposto: perfetto!
In questi giorni sembra che il noise-rock (sempre che si possa definire la vostra musica semplicemente come noise) stia tornando, e molte band si avvicinano nuovamente a questo linguaggio. Che effetto fa a voi che siete stati trai primi ad iniziare questo suono?
Chris: Povere band, se suonassero altro farebbero più soldi, dovrebbero suonare un altro genere, magari imitare Britney Spears (risate). In realtà mi fa piacere, ma non ho mai pensato a questo nella mia vita, ho solo suonato quello che mi faceva piacere. Se possiamo andare in tour va bene così, ma non saremo mai così tanto popolari da far soldi, non credo sia questo il caso.
Chris, l’ultima volta che ci siamo visti mi raccontavi di quando eri il ragazzino nel quartiere e Harley Flanagan era il ragazzo più grande, mentre ora sei tu il “vecchio” cui i ragazzi guardano…
Chris: Mi fa semplicemente piacere poter continuare a fare ciò che mi piace e divertirmi a farlo, non ho mai pensato di essere un modello per gli altri, anche se un po’ la cosa mi lusinga.
Credo che questo si noti anche ascoltando l’album, basta pensare alla cover dei Flipper. Come è nata l’idea di confrontarsi con loro?
Chris: Pensa che abbiamo fatto ascoltare loror la cover ed è piaciuta molto. Noi eravamo un po’ nervosi, loro erano usciti con dei singoli per Alternative Tentacles, il nostro disco nuovo stava per uscire sulla stessa label. Abbiamo anche suonato insieme “Sex Bomb” con loro una sera, è stato divertentissimo. Davvero delle gran persone. In realtà non avevo realizzato che Jello e i Flipper non andavano più molto d’accordo. Quando sono arrivato a casa di Jello per fargli ascoltare il nuovo album, lui mi ha chiesto come mai avessimo messo quella cover dei Flipper, ma non sapevo nulla dei loro problemi. Lui sa che mi piacciono i Flipper, e non c’era volontà di fare qualche scherzo.
In questo periodo è uscito anche l’album dei Pigs…
Dave: In realtà non lo abbiamo registrato di recente, era pronto un anno e mezzo fa, ma ci sono stati dei problemi e dei ritardi, e alla fine è uscito solo oggi. All’inizio è stato un po’ frustrante, ma va bene comunque, ci permetterà di fare dei tour e suonare in giro. Non siamo più dei ragazzini, c’è chi ha famiglia, è tutto più lento e rilassato rispetto a prima.
Chris: Questo è il motivo per cui Unsane e Pigs si trovano bene insieme. Un po’ come con i Big Business o Melvins, è bello girare con persone che consideri amici e con cui ti senti come in una grande famiglia che viaggia insieme.
Non credi che con l’età sia più difficile stare insieme in tour a lungo?
Chris: Al contrario, ora è più facile, da ragazzo ero una rottura di palle, odiavo tutti…
Non è la prima volta che me lo dici, comincio a crederci. Eppure sei sempre stato gentile verso il tuo pubblico, come quando ti ho intervistato l’ultima volta ed eri malato. Volevo lasciar perdere, ma tu hai insistito per farla…
Chris: A volte le cose non funzionano, sei a pezzi, ma alla fine non c’è motivo per dire di no, mi piace sempre fare le interviste, in fondo è solo una chiacchierata, nulla di più.
Com’è cambiato il tuo approccio alla musica lungo gli anni?
Chris: La mia attitudine non è mai cambiata, anche se io sono cambiato come persona e quindi anche la musica che suono. Ho meno rabbia, prima facevo una vita di merda, guidavo il taxi, ero più insensibile verso al società. Ora posso fare più ciò che più mi piace, e quindi sono meno arrabbiato e represso.
Dave: Insomma, ad un certo punto realizzi di far parte della società.
Possiamo dire che il nuovo album degli Unsane ha un che di romantico nel suo background?
Chris (ridendo): Dammi il cinque, ci hai scoperto, siamo amanti segreti (e fa finta di baciare Dave).
Dave (urlando): Ora non siamo più tanto segreti.
Chris: Ora ho modo di vedere meglio cosa c’è nella mia vita, capire cosa è importante e cosa conta realmente, non c’è più solo l’odio per tutti. Siamo più introspettivi. Meno aggressivi e più introspettivi. È un disco molto personale anche nei testi, più semplice.
Riesci ancora a divertirti andando in tour? Riesci a vivere della tua musica oggi? Com’è stato trattare con Jello, ci son stati problemi?
Chris: Jello è una persona tranquilla, con cui si sta bene. In fondo, non ho mai preteso di far soldi con le label, le uniche etichette con cui abbiamo guadagnato qualche soldo sono state Ipecac e forse Amphetamine Reptile, e non era poi una gran cifra. Non fai denaro vendendo solo dischi, ne fai andando in giro a suonare e magari vendendo dischi ai concerti. Io amo suonare la mia musica, non mi interessa molto degli aspetti legati all’industria discografica e alle label. Mi importa di andare in giro a suonare e poter registrare dischi, questo è tutto. Basta che ci sia correttezza nei rapporti.
Cosa pensi di chi scarica la vostra musica da internet? Vi dà fastidio?
Chris: Devo essere onesto, non mi preoccupa molto perché noi stampiamo anche vinili, e chi ama i vinili si comprerà l’album; finché possiamo andare in tour e vendere i nostri vinili in tour, la cosa non mi spaventa troppo. Non voglio essere ipocrita, anche io scarico musica e sarebbe finto dire agli altri di non farlo.
Credo che ci sia però un approccio differente tra chi è nato comprando dischi e ora scarica per decidere cosa comprare e chi, invece, è cresciuto con gli mp3 e si limita ad accumularli nell’hard disk e neanche la ascolta…
Chris: Va detto che è differente comprare un disco e fruire della cosa completa così come l’artista la ha concepito e ascoltarlo come chi lo ha composto vuole che venga ascoltato, oggi non è neanche poi così costoso. Non è tanto una questione di soldi ma di come vuoi che venga percepito ciò che hai creato. In fondo, nessuno ricava più soldi dal vendere musica, è oltre il nostro controllo, neanche le label riescono più a guadagnare, sono in pessime condizioni, per cui dovranno trovare nuovi modi per vivere e poter produrre i dischi senza fallire. Ciò che possiamo fare è goderci la vita, io amo cantare e suonare la chitarra, questo è ciò che devo fare e non pensare a quanto incasso. Non ho bisogno di guadagnare soldi, o almeno solo quelli necessari per continuare a fare ciò che mi piace. Tutto qui.