PIETRO RIPARBELLI, Uncodified Signals
A fare da preludio ad Uncodified Signals è stata la partecipazione di Pietro Riparbelli al lavoro simbolo dell’A.I.P.S. Postcards From Italy. Sullo sfondo sempre la neonata Oak di Giannico (l’uomo A.I.P.S.), etichetta, vuoi anche per le competenze settoriali di quest’ultimo, fatta su misura per le schiere di adepti dell’elettroacustica e della sound-art più o meno contemporanee.
Punto cardine delle sperimentazioni di Pietro, uno che fa parte di quelle fila, è lo studio fenomenologico del suono, della sua emersione “spettrale”. Spettrale in tutti i sensi quando le vesti sono quelle di K11 e c’è o da scendere nelle tombe etrusche, o da captare echi crowleyani, ma non è questo il caso di Uncodified Signals: la scelta dei luoghi nei quali operare rimane comunque un altro punto focale, però stavolta mancano i riferimenti occulti. Non è assente un certo simbolismo, in ogni caso: il “dove”, infatti, è la stazione radio di Coltano creata da Guglielmo Marconi, perciò il disco, alla cui base c’è il solito armamentario di ricevitori a onde corte, sembra in un certo senso il modo scelto da Riparbelli per ripianare il proprio debito spirituale nei confronti dello scopritore di queste tecnologie. Da tutto questo consegue un lavoro “asciutto”, aderente in modo completo a uno stile votato ad una ricomposizione in diorami multi-strato di suoni posti tra le pieghe dimensionali dell’impercettibile, che sente, senza tradirle, le influenze sia della sound-art più attenta al rigore estetico, sia quelle più “immediate” e “accattivanti” del drone. Uncodified Signals è un’altra testimonianza graditissima giunta dal nostro sottosuolo sperimentale, che ormai ha trovato in Pietro un punto fermo e un esponente mosso da intenti creativi autentici (vedi anche il progetto Cathedrals) e coerenti con la propria idea personale di musica.
Tracklist
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