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Phillip Golub: il percorso è già la destinazione

Se per chi ascolta è il risultato finale ad essere rilevante, per chi produce musica il processo compositivo e i metodi applicati rivestono un’importanza che in alcuni soggetti – gli sperimentatori, ad esempio – può arrivare a sovrastare le (legittime) preoccupazioni estetiche dei compositori più tradizionali. Il pianista e compositore americano Phillip Golub è uno di questi soggetti: autore con un’evidente impronta concettuale, esordisce nel 2022 con Filters, album costituito da una serie di loop per piano solo rigorosamente eseguiti in presa diretta e poi rimontati in studio. Golub si appropria di una tecnica di campionamento nata agli albori della musica concreta e consolidatasi nella musica elettronica. Ai nastri tagliati con precisione chirurgica e giuntati con uno speciale nastro adesivo dell’era analogica si è giunti alle DAW e a programmi appositi atti a semplificare al massimo il processo, al punto che ora si può fare loop music all’istante in contesti live. La scelta di Golub di eseguire manualmente partiture costituite per intero da ripetizioni di cellule melodiche minimali è di fatto la negazione della natura artificiale del loop, cellula madre generatrice di un’estetica musicale robotica e futuribile ancora presente in tutte le declinazioni dell’elettronica e dell’elettroacustica.


L’intero progetto si fonda sull’assunto che, a differenza di una ripetizione meccanica (o automatica, che dir si voglia) in cui il risultato – ciclo dopo ciclo – sarà sempre uguale a sé stesso, l’esecuzione manuale mostrerà delle differenze tra una battuta e l’altra, dovuta a variazioni anche impercettibili nel ritmo, nell’intensità e nella durata delle note. Il sostrato concettuale alla base del progetto è senza dubbio denso e suscettibile di approfondimenti. Andando nella sostanza, l’album è proprio ciò che ci si aspetta da una simile ricerca: scarno e minimale fino all’osso. I loop appaiono ingegnosi, costituiti da micro sezioni e governati da cicli di ripetizione randomizzati anche all’interno dello stesso anello.

Certo, difficilmente all’ascolto Filters potrà suscitare straripanti reazioni emotive, ma è un caso da manuale di musica composta esclusivamente a sostegno di un postulato teorico (non così innovativo, diciamolo). Musica accademica, dunque? No. O perlomeno, forse nelle ambizioni ma non del tutto nel risultato. Il dibattito tra esecuzione manuale e digitale che innesca è però intrigante.

Loop 7 (2025) prosegue e amplia il discorso: se il taglio compositivo rimane ancorato al minimalismo austero di Filters, in Loop 7 Golub si costruisce un piccolo ed eccentrico ensemble (due piani acustici, vibrafono, chitarra elettrica e strumentazione elettronica), esplora accordature microtonali e compone utilizzando una bizzarra versione alternativa del sistema tonale. La gestazione di Loop 7 è alquanto articolata, poiché nasce come file MIDI poi rielaborato in studio con l’ausilio di altri musicisti.

Rimane centrale nella ricerca di Golub l’indagine sull’atto performativo e la definizione della natura dell’interpretazione musicale, al confine tra ispirazione e programmazione. Non è del tutto chiaro se alla base del suo operato vi sia anche la volontà di conciliare tradizione e modernismo, ma c’è da dire che nell’enigmatico pianismo di Loop 7 si scorgono più le ombre di Satie e del Bartók di Mikrokosmos anziché Glass o Stockhausen. Forse un tentativo di controbilanciare l’algida ripetitività della scrittura pianistica oppure – più semplicemente – Golub non può sottrarsi al bisogno di emozione (anche se flebile), pur se blindato all’interno di una intaccabile corazza concettuale.

 


Phillip Golub (nato nel 1993) è un pianista, improvvisatore e compositore con base a Brooklyn e originario di Los Angeles.


Phillip Golub, Filters

Phillip Golub, piano

Prodotto da Phillip Golub & Joseph Branciforte
Registrato da Ryan Beveridge
Mixato da Rasmus Zwicki
Masterizzato da Joseph Branciforte presso Greyfade Studio
Vinile realizzato da Scott Hull presso Masterdisk
Note testuali di Bruce Brubaker


Phillip Golub, Loop 7

Phillip Golub – Pianoforti Disklavier controllati via MIDI
Aaron Edgcomb – Vibrafono
Ty Citerman – Chitarra elettrica
Joseph Branciforte – Elaborazione elettronica dal vivo

Composto da Phillip Golub
Prodotto da Joseph Branciforte

Pianoforte registrato presso Yamaha Artist Services, New York
Vibrafono, chitarra ed elettronica registrati presso Greyfade Studio
Tecnico del pianoforte: Shane Hoshino
Consulente per il pianoforte: Daniel Levitan
Coordinamento della produzione: Bonnie Barrett & Aaron Ross
Registrato, mixato e masterizzato da Joseph Branciforte presso Greyfade Studio