PHALLUS DEI, Black Dawn

Carriera lunga e multiforme quella dei Phallus Dei, band tedesca giunta al venticinquesimo anno di attività che nel corso del tempo ha avuto modo di cimentarsi coi più disparati approcci alla materia industrial/darkwave. Dei clangori meccanici degli esordi è rimasto ben poco nelle cinque lunghe tracce di questo Black Dawn (Dark Vinyl Records), lavoro in cui i punti di riferimento oscillano tra una forma dark-ambient ostile quanto ieratica e i drone di marca Sunn O))). Progressioni lente, tappeti di noise elettronico, risacche percussive e atmosfere da deserto post-nucleare costituiscono gli elementi base con cui i Phallus Dei macinano i settanta minuti pieni di un album scuro come la pece, che sembra condotto con una sorta di stoica accettazione di una fine inevitabile. È possibile leggere in quest’ottica i momenti migliori del disco, come le oscillazioni minimaliste in salsa kraut di “Starman”, con le quali si scontra, e a cui alla fine si piega, il sax dell’invitato speciale Peter Brötzmann, o come le stratificazioni di violoncello di “Zauberwald” e le nubi post-rock o qualche incedere alla Swans di The Seer che si dispiegano nei quaranta minuti complessivi di “Krieger” e “Stigmata” (con il buon vecchio Merzbow e Niels van Hoorn dei Legendary Pink Dots come ospiti).

Qualche lungaggine di troppo e un certo fare eccessivamente didascalico nelle parti più ambient potrebbero indurci alla tentazione di considerare l’attesa della fine del mondo come un qualcosa di vagamente noioso, ma nel complesso Black Dawn rimane un ascolto affascinante con qualche ottima intuizione.

Tracklist

01. Slewed
02. Starman
03. Zauberwald
04. Krieger
05. Corpus (vinyl only) / Stygmata (CD only)