PETROLIO, Di Cosa Si Nasce [+ full album stream]
Enrico Cerrato suona basso e tastiere negli Infection Code, band che abbiamo intervistato due volte, e lo troviamo anche nei Moksa, terzetto basso-batteria-sax, oltre che nel duo Gabbiainferno. Mancava qualcosa che fosse solo suo: oggi c’è Petrolio, un progetto radicale quanto gli altri, che spesso fa pensare a quello che di solito chiamiamo “industrial doom”, nel senso di Godflesh e Nadja (palese l’influenza di Aidan Baker su “Eating Lights Slowly” e “Le Spits Tree”) o magari – visto che Petrolio è una one man band – di Author & Punisher, o ancora, volendo dare altri spunti, dei Khost, dell’ultima Sewer Goddess o dei Lietterschpich.
Petrolio, ma anche catrame, cemento e cavi elettrici scoperti: queste sono le immagini associabili al disco e questa è la densità che Cerrato è in grado di dare ai pezzi, dato che non gli mancano esperienza e mestiere e dato che, come si è visto, ha una lunga “case history” da consultare. A volte riesce a sembrare incombente e pericoloso, altre a trasmettere un forte senso di alienazione, proprio come ci si aspetta da lui. Ci sono anche dei tentativi di arricchire o variare lo schema, basta ascoltare il primo pezzo, ma è su questo che Enrico dovrà lavorare maggiormente in futuro se vorrà essere ricordato.
Menzione d’onore per il titolo del disco, quasi un corollario de “la morte si sconta vivendo” di ungarettiana memoria.