PATRICK WATSON, Adventures In Your Own Backyard
Trascorsi tre anni dall’ultimo Wooden Arms, Patrick raccoglie i frutti di una carriera musicale improntata allo sviluppo di una scrittura capace di ammassare strati su strati di “visionarietà” pop. Adventures In Your Own Backyard è strabordante, a tratti strabiliante, a volte indigesto, ma mai fuori luogo. Nulla di diverso da quanto mostrato finora, certo, per cui i paragoni con Antony, Rufus Wainwright e Sufjan Stevens continuano a essere calzanti e un po’ ingombranti. Patrick confessa poi che è un disco registrato nel suo appartamento. Ci crediamo, nonostante le slavine di archi e fiati, le chitarre lanciate in arpeggi suadenti e le ardite armonizzazioni vocali siano quanto di più lontano da una musicalità “da cameretta”. Ci crediamo anche perché la forza del tutto sta in un senso di intimità che è comunque presente e vivido, pervenendo spesso al giusto compromesso tra sfoggio di attitudine ed equilibrio compositivo. Nessun capolavoro, ma un disco di genere che merita attenzione e giusti apprezzamenti.