PASSED, Communion [+ full album stream]
Avevo già parlato bene di Tommaso Ristori: era il 2016 e usciva il vinile 12’’ Illuminant/Glory per Boring Machines, che – nel caso nessuno lo ricordasse – è una delle etichette indipendenti italiane più importanti degli ultimi quindici anni. L’ho riascoltato e non mi rimangio nulla. Communion esce con calma, quattro anni di silenzio dopo, un intervallo di tempo molto ampio se consideriamo la diarrea produttiva di altri. È un lavoro diverso dal suo predecessore, perché – sì, sono molto perspicace – mancano del tutto i battiti. Il comunicato stampa aggiunge che è stato composto prevalentemente utilizzando il sintetizzatore “organico” (sic) LYRA8, descrizione che non mi sembra plausibile, anche se molto suggestiva (quando l’ho letta, ho subito pensato alla macchina-scarafaggio da scrivere di Peter Weller ne “Il Pasto Nudo”). Fonti vicine al costruttore SOMA mi riferiscono – meno burroughsianamente – che questo synth è molto apprezzato per come produce drone e per il suo timbro dark: ecco, forse questo aiuta a capire un po’ meglio dove siamo. Ascoltato ai volumi giusti, Communion è un’esperienza molto potente e purificatrice, che si vive col cervello ma che investe a ondate tutto il corpo, in ossequio allo “swansianesimo” di certa musica ambientale dei primi vent’anni di questo secolo, quella che privilegia la grande intensità fisica e raccoglie in una sola foto di gruppo O’Malley, Lustmord, Porter, Kevin Martin, Jebanasam, Frost (penso a Threshold Of Faith), Vainio, gli English e Irisarri più recenti ed emotivi. Vorrei solo che nessuno pensasse a un album tinto di nero, perché in realtà il colore che Tommaso ha trovato per Passed è unico. Da avere.