PARL DRO, Ghyste Mortua [+ full album stream]
È una definizione che non ha mai avuto davvero senso, anche se per un brevissimo periodo ha funzionato per alzare un po’ di hype, ma – se la devo proprio fare semplice – per me i Parl Dro stanno nell’Italian Occult Psychedelia. Lo scrivo, perché sembrano uno di quei gruppi underground italiani del decennio scorso, sicuramente lo-fi, spesso sghembi, parte ambient, parte noise, parte psichedelia, parte kraut (qui no), parte rock (qui no), molto primitivi come suoni, sempre con un non so che di sacrale, rituale, ancestrale o magico. I Parl Dro ci dicono anche che queste sono registrazioni di improvvisazioni, il che aumenta la carica – appunto – primordiale, spontanea del tutto. Del resto Ghyste Mortua è una città popolata da non morti in un romanzo della famosa scrittrice sf Tanith Lee e i Parl Dro, tramite il suono, costruiscono attorno a queste suggestioni un luogo irreale e pericoloso. Rispetto ai gruppi citati prima, c’è tantissima voce, tantissime litanie, come ovvio sgraziate e non mediate da chissà quale tecnica.
I Parl Dro forse non lo sanno, ma – con le dovute proporzioni – l’inizio col drone profondo di “Preludecomet Axes” mi ha ricordato i Contrastate, così come “Genter Altar” mi ha fatto pensare ai 23 Skidoo, poi proseguendo mi sono venuti in mente i Coil e tanto altro. Le potenzialità ci sono. La garanzia dei nostri amici di Fango Radio pure.