PARALLEL 41, Parallel 41
Recupero quest’album per il suo valore. Non è uscito oggi, ma era un tassello che mancava al nostro mosaico delle galassie sperimentali “italiane” e non ci costa davvero nulla parlarne e dargli una vetrina in più, della quale non ha comunque bisogno. Barbara De Dominicis (voce, elettronica, field recordings) e Julia Kent vivono lungo il quarantunesimo parallelo (Napoli e New York) e si sono incontrate più volte per registrare questo disco, in luoghi diversi che si possono percepire come parte integrante del tutto, sia nel concreto (i suoni del traffico, dei passi, delle voci…), sia come ispirazione (le due protagoniste improvvisano sul posto). Sarà banale, ma non si stenta a credere che un ex lanificio eserciti influenze diverse rispetto a uno studio a New York, piuttosto che un luogo in mezzo alla campagna o Forte Marghera, infatti le sensazioni cambiano se la cornice sonora è costituita da campagne ariose anziché dal casino modernissimo di “Herald Street”, però – al di là di questo – il carattere forte di entrambe le artiste è la costante che si percepisce in modo chiaro. Se i field recordings, l’elettronica e gli effetti si sostituiscono al resto di una ipotetica band (possiamo immaginarli come delle percussioni o come delle tastiere), ciò che conta è il violoncello di Kent, messo in loop o meno, a seconda dei momenti malinconico, severo o disorientante, unito (o in contrasto) all’interpretazione (a volte sovra-interpretazione) seducente ed iper-eclettica di De Dominicis. A riprova di questo, spesso a un certo punto le due lasciano perdere il contesto in cui si trovano, si staccano e portano il disco in un luogo “altro” dalla realtà.
Il disco è molto interessante, perché – a seconda del proprio background – si può ascoltare una cantante, entrando però in contatto con un mondo di sperimentazioni, così come si possono ascoltare sperimentazioni ambientali, entrando però in contatto con la melodia e una bellezza più tradizionale.
“Faraway Close”, documentario/road movie di 35 minuti girato da Davide Lonardi, mostra alcune fasi della realizzazione del progetto di Kent e De Dominicis. Assemblato con intelligenza e classe (almeno agli occhi di un profano), spalanca le porte della comprensione quando fa vedere le due musiciste registrare le loro improvvisazioni in un tunnel abbandonato di Bolzano, subito in prossimità di un fiume: vento, acqua, alberi e roccia che sono il tappeto ritmico naturale di Parallel 41, senza parlare dell’acustica, del freddo, del doversi coprire: arte tra le macerie, ma in fondo non dovrebbe essere sempre così?
Mastering a cura di Lawrence English, andatevelo a sentire che è meglio.
Tracklist
01. Illusory Rendez-Vous
02. Jet Legs
03. The Naked City
04. Eyes Of Eyes
05. Une Journée d’un Sud Sans Soleil
06. Call Him Now
07. Herald Street
08. Out Of Season
09. Voiceless Laughter