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PARADISE LOST, Obsidian

Obsidian

È tempo di tornare sulle scene anche per i Paradise Lost. Tre anni fa avevamo parlato di loro, ai tempi freschi di contratto con Nuclear Blast, e di come erano tornati a cimentarsi con le sonorità di Gothic, che a detta di molti (ma non di tutti) fan rimane il loro capolavoro. L’esperimento era riuscito a metà, perché ripercorrere i propri passi non è sempre una garanzia: Medusa si era rivelato un buon disco, con un sound solido, ma senza particolare mordente. Con questa nuova prova la band di Halifax continua a guardarsi indietro, ma in maniera molto diversa, dato che Obsidian presenta elementi da diverse fasi della sua carriera e ritroviamo diversi topoi che compongono il suo sound: si passa dal death/doom di “Fall From Grace” (fa impressione vedere un pezzo con questo titolo che non sia quello dei Morbid Angel) alle pesanti influenze dark di “Ghosts” (gli echi dei Sisters Of Mercy si fanno sentire pesanti anche su “Forsaken”), poi per la decadenza di “The Devil Embraced” fino al singolo che apre il disco, “Darker Thoughts”, con archi che gli aggiungono carattere. La grande differenza col predecessore è soprattutto una: le canzoni rimangono in testa dal primo ascolto, e vengono apprezzate maggiormente con quelli successivi. Il che potrebbe sembrare scontato, ma non lo è affatto ed è uno dei motivi per i quali si sta parlando molto bene di questo lavoro.

Avere trent’anni di carriera può portare ad esiti diversi quando si tratta di incidere un nuovo album: puoi avere un buon risultato, onesto, che magari vende lo stesso ma che rimane confinato sugli scaffali degli affezionati (che poi si ascoltano veramente solo i classici del periodo d’oro). Arrivare al “traguardo” del sedicesimo album con ancora cose da dire che non siano soltanto una mera ripetizione di quanto già espresso non è da tutti. Con Obsidian i Paradise Lost si riconfermano un gruppo all’altezza della sua storia, dimostrando di riuscire ancora oggi a pubblicare dischi che piacciano veramente al suo pubblico. Cosa che dopo Medusa non eravamo convintissimi fossero ancora capaci di fare.