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PAOLINO CANZONERI, Spazi Di Vita Impersonale

Mi sono baloccato parecchio con il titolo di questo nuovo disco di Paolino Canzoneri, pittore sonoro siculo, che tanto mi aveva sorpreso con il precedente Il Cielo Incupisce. Come potrà essere una vita impersonale? Spazi come sacche fra momenti più pieni, e quindi validi? Quei momenti improduttivi e dove si perde il bandolo della matassa? Non ci aiuta a capirlo il primo brano, che a ondate sembra presentarci il canto di sirene, ammaliatrici ed ingannatrici. Il secondo, che dà il titolo all’album, appare rarefatto, impegnato in eterni giri su sé stesso, musica onirica bloccata da una cappa di bassa pressione. La musica di Paolino Canzoneri sembra tornare a noi da tempi lontani, a supporto di vecchie fotografie, dei primi marchingegni che provavano goffamente a dare i primi sentori di movimenti ante-cinema: è musica che vive nel sostegno ad immagini, a sogni che solo il nostro autore vede. E allora non resta che fidarci di lui, facendoci guidare fra l’Appennino Siculo e le Madonie, tra l’inverno e le piogge battenti. Musica esperienziale, sentendosi bagnati mentre suoniamo un organo e la pioggia ci dà manforte a battere sui tasti, musica come rimedio alla noia, alle interminabili domeniche rotte soltanto da qualche suono fuori sincrono. Forse l’impersonalità dipinta da Paolino è data dalla mancata riconoscibilità di ambienti e momenti che possono essere facilmente collegabili alle nostre esistenze. Luoghi secondari, dimore antiche, natura e volatili. Molti da lì sono venuti, molti da lì se ne sono andati, ma le tracce e i ricordi non si cancellano, e i passaggi di persone e di generazioni si sommano uno all’altro, creando archetipi più che singole esperienze. Questa trasmissione ci consegna una musica rarefatta ma ricca, che trasporta nella sua aerea leggerezza gli aromi, i suoni e le immagini di un territorio. Il pezzo finale, “Svegliami Prima Che Non Voglia Farlo”, sembra rivelare che il disco è il racconto di un sogno, ma in realtà penso sia solo la leggerezza di tocco della musica a darci quest’impressione.

Paolino Canzoneri suona da anni, ed anche a questo giro dimostra di essere presenza importante della musica ambientale italiana meno allineata. Di certo questo spazio è il suo.