PANZER, Tiger II
Tornano a farsi sentire i Panzer, trio marchigiano che comprende volti noti della scena locale già impegnati con band ed etichette delle quali vi abbiamo parlato spesso (la mancanza di spoiler è del tutto voluta), come sempre votati a uno speed-rock sparato a mille e urticante al punto giusto. La loro è musica nata per far danni dal vivo ed essere sputata in faccia all’ascoltatore senza troppi complimenti, nervosa e veloce, in grado di arrivare dritta allo stomaco e devota al culto del rock’n’roll, quello più abrasivo e imbastardito dal punk.
Nichilisti per vocazione, irriverenti per natura, i Panzer corrono a perdifiato sull’asse che collega States e Scandinavia, ma non si fermano mai troppo a lungo in un luogo preciso, servono i propri brani alla temperatura di una spaghettata aglio e olio scaldata con la fiamma ossidrica e li annaffiano con Latte di Suocera fatto in casa. Non c’è tempo per annoiarsi né per avere ripensamenti, tutto brucia come la miccia di un candelotto di dinamite ed esplode in faccia prima che ci si riesca ad allontanare, eppure a fine corsa si ha voglia di ripartire per un nuovo giro tra riff al fulmicotone, ritmiche forsennate e voce ruvida quel che serve a donare il giusto tocco di cattiveria al tutto, figurarsi pensare che possa esserci tempo per convenevoli e buone maniere. Questa in fondo è, come ben sanno gli aficionados del sottoscritto, la declinazione del verbo rock’n’roll che riesce a colpire l’attenzione da queste parti e che provoca qualche fremito nonostante gli ingredienti classici con cui è confezionato. Merito della velocità ai limiti dell’hardcore di un brano come “Too Lame”, della capacità di prenderti a pizze quasi fossi un novello Bombolo, nonché della puzza di vicolo necessaria per non passare troppo per fighetti. Serve aggiungere altro? Se vi piacciono i sapori forti, questa è al pietanza che fa per voi, altrimenti meglio stare alla larga. Nice boys don’t play rock’n’roll.