OVO
Il ritorno degli OvO (Bruno Dorella e Stefania Pedretti) è uno di quegli eventi che non passano inosservati, grazie anche allo status che il duo si è guadagnato sul campo disco dopo disco, concerto dopo concerto. Con Abisso la stanghetta si alza ulteriormente e viene ribadito come la spinta propulsiva della band sia ancora lontana dall’esaurirsi. Questa volta sono della partita tra gli ospiti anche due nomi davvero prestigiosi come Alan Dubin e Carla Bozulich, come dire: la voce più agghiacciante e quella più sofferta dell’underground statunitense. Abisso farà sicuramente parlare di sé e, ne siamo certi, allargherà il pubblico di una band che non è solo tale, ma è quasi un progetto di vita (sentito come non mai, pulsante e con molte frecce al suo arco in sede live…). Questo è il resoconto che siamo riusciti ad avere in anteprima da Bruno Dorella, che ringraziamo per la disponibilità.
Maurizio Inchingoli: Continua la vostra collaborazione assieme a Supernatural Cat. Il roster dell’etichetta è ridotto ma agguerrito (tra passato e presente: Ufomammut, Lento, MoRkObOt…) e voi avete un vostro suono peculiare. Come vi trovate con loro e che rapporti avete con i vostri compagni di label?
Bruno Dorella: Supernatural Cat sa il fatto suo. Malleus non ha bisogno di presentazioni, esteticamente è quanto di meglio ci si possa auspicare. Hanno idee forti, vogliono lavorare al meglio su ogni uscita, spesso capita anche che ci si scontri su idee divergenti, ma è tutto finalizzato al bene del progetto. Tutti i gruppi dell’etichetta hanno caratura internazionale, facciamo parte della stessa scena, ci rispettiamo molto, indipendentemente dal fatto di essere nella stessa scuderia.
Maurizio Inchingoli: Abisso è di sicuro un titolo di grande impatto e dalle molteplici possibilità interpretative: ha qualche aggancio simbolico con la realtà o è pura astrazione musicale?
Bruno Dorella: Mentre lo concepivamo abbiamo avuto la netta sensazione che si trattasse di un punto di non ritorno per noi, sapevamo di addentrarci in un magma che ci avrebbe trasfigurati. Anche da lì è nata l’esigenza di abbandonare le maschere che ci avevano accompagnati sul palco per 13 anni. È una nuova era. È un Abisso molto reale. Terribilmente reale. Abbiamo veramente giocato col fuoco su diversi livelli.
Maurizio Inchingoli: Ho l’impressione che in quest’album si assista ad una cerimonia piuttosto tetra, che ha tutta l’aria di un esorcismo collettivo e molto intimo allo stesso tempo, non trovate?
Bruno Dorella: Una cerimonia, un rituale sicuramente. Non un esorcismo. Questo è uno dei livelli sui quali abbiamo giocato col fuoco.
Michele Giorgi: Alan Dubin, un nome fondamentale per l’evoluzione della musica estrema e un artista che con gli OvO ha sempre avuto in comune la voglia di forzare gli schemi prestabiliti e le regole del gioco, soprattutto per la possibilità di utilizzare la voce come strumento con cui dare forma a stati d’animo ed emozioni. So da lui che vi siete conosciuti a New York e che vi siete rivisti al Supersonic Festival del 2010. Come è nata l’idea di averlo ospite su Abisso, avevate già avuto occasione di collaborare in precedenza?
Bruno Dorella: Stefania mi ha sempre parlato del disco degli OLD come di una pietra miliare nella sua formazione musicale sin da quando la conosco, cioè circa 15 anni. Abbiamo poi seguito i Khanate con grande interesse, e infine ci siamo incontrati al concerto OvO/Gnaw al Knitting Factory, e poi al Supersonic. Ci ha impressionato il sincero apprezzamento per la nostra musica. Al Supersonic mi ha divertito molto vederlo perorare la nostra causa con un’agenzia di booking belga che con tutta evidenza aveva ben poco interesse in questi due freaks mascherati italiani. Ma lui era così entusiasta, non si accorgeva di nulla. Non è facile essere ancora così puri dopo tanti anni nella scena.
Maurizio Inchingoli: In “Fly Little Demon” c’è la voce inconfondibile di Carla Bozulich. A me lei ha sempre ricordato una Patti Smith posseduta dal demonio. Scherzi a parte, secondo me il binomio è perfetto. La sua voce e la musica che esprime hanno un non so che di randagio. Vi sentite un po’ così pure voi?
Bruno Dorella: Anche qui l’ammirazione è sempre stata reciproca, e da diversi anni c’era l’idea di fare qualcosa insieme. Abbiamo approfittato di un suo day off l’anno scorso per questa session che è stata veramente magica. Lei è sicuramente randagia, così come noi. Ma c’è tanto altro in comune dietro queste due vicende artistiche così apparentemente lontane. Mi fa piacere che tu abbia colto che invece il binomio funziona.
Maurizio Inchingoli: In qualche modo ora pescate anche dall’elettronica, ma “Tokoloshi”, “Abisso” e “Ab Uno” si saldano all’Africa e a epoche senza tecnologie di sorta. Devo dunque chiedervi perché cercate il primitivo e l’ancestrale. Tra l’altro sembra che ci siano molti gruppi in Italia a scavare lì (Cannibal Movie, Father Murphy, Mamuthones…).
Bruno Dorella: Tutti i gruppi che hai citato ci piacciono molto. Credo che sia proprio lì il discorso. Le cose più interessanti si trovano scavando nella tradizione più ancestrale e trovando i punti di contatto con il contemporaneo. Infatti in realtà in “Abisso” e “Ab Uno” c’è molta elettronica oltre all’Africa.
Maurizio Inchingoli: Avete pubblicato per importanti label del sottobosco estero in passato (Load Records, Blossoming Noise). Quali sono le differenze che avete trovato rispetto a quelle italiane? Anche alla luce della chiusura di Bar La Muerte, come vedete oggi la situazione di chi da queste parti tiene aperta un’etichetta indipendente e si occupa di pubblicare cose meno allineate?
Bruno Dorella: Credo che in questi anni sia difficile per tutti, in Italia e all’estero. Ti basti dire che uno dei motivi per cui abbiamo dovuto abbandonare la Load stava proprio nelle sue difficoltà economiche, nonostante i Lightning Bolt. Chiunque oggi come oggi abbia un’etichetta non allineata è un eroe da venerare o un pazzo da internare, spesso entrambe le cose. Mi chiedi delle differenze. Beh, la più importante è che le etichette americane si confrontano sin da subito con un mercato che è enorme, un continente. E spesso il mercato americano corrisponde al mercato mondiale. Chi invece pubblica in Italia fatica immensamente ad avere un rilievo veramente mondiale, anche quando ha grandi gruppi. E la domanda interna è bassa, per usare un eufemismo. Mi viene in mente la Wallace, ad esempio. È una questione di mercato, purtroppo.
Michele Giorgi: In generale, credo che negli ultimi tempi l’Italia abbia prodotto alcune formazioni/progetti interessanti anche a livello internazionale, per questo non penso sia un caso se sempre più label straniere rivolgono la loro attenzione verso il nostro Paese (Ufomammut/Neurot, The Secret/Southern lord, Grime/Mordgrimm, Dead Elephant/Riot Season, Lento/Denovali). Condividete questa mia impressione e, in caso affermativo, quali credete ne siano le cause?
Bruno Dorella: In Italia c’è una scena fortissima, spero se ne accorgano sempre di più anche gli italiani, che per natura sono esterofili.
Michele Giorgi: Avete già delle date in programma per promuovere l’album. Credete che il vostro approccio live dovrà mutare o adeguarsi comunque al suono dei nuovi brani?
Bruno Dorella: Sicuramente inseriremo l’elettronica nel nuovo live. La grande novità sarà la scomparsa delle maschere, ma anche a livello strumentale cambia tutto. Stefania ha cambiato chitarra e pedali dopo tredici anni, io avrò un set di batteria molto meno minimale che in passato, e sarò “costretto” a suonare seduto, anche se comunque sarò ben scomodo, con un charleston da un lato ed un synth a pedali dall’altro che mi obbligheranno a spaccate acrobatiche. Abbiamo in programma un tour in Italia e qualche data in Russia a novembre e dicembre, e poi a gennaio e febbraio faremo un lungo tour europeo. Se tutto va bene ad aprile saremo di nuovo in Europa con gli Gnaw, e a giugno in America.
Maurizio Inchingoli: Grazie mille di tutto. Un’ultima curiosità personale: sapete che fine hanno fatto gli americani Rollerball? avevate pubblicato un disco insieme nel 2002 (My First Cowboy). Io all’epoca di Trail Of The Butter Yeti li ho amati parecchio.
Bruno Dorella: Hanno appena fatto un nuovo disco, “4 Corners” , pubblicato guarda caso da Wallace…
Le date del tour degli OvO (per ora!)
30 ottobre: Milano @ Alcatraz (Hai Paura Del Buio Festival)
01 novembre: Roma @ Angelo Mai
02 novembre: Ravenna @ Bronson
07 novembre: San Pietroburgo (Russia)
08 novembre: Mosca (Russia)
09 novembre: Ekaterinburg (Russia)
16 novembre: Massa @ Tago Mago
22 novembre: Milano @ Leoncavallo
23 novembre: Verona @ Villa Zamboni
29 novembre: Bologna @ XM24
30 novembre: Torino @ Blah Blah
12 dicembre: Genova @ Altrove
14 dicembre: Bergamo @ Edonè
21 dicembre: Civitanova Marche (MC) @ Groove
27 dicembre: Messina @ Teatro Pinelli
28 dicembre: Taurianova (RC) @ Birreria 34
29 dicembre: Itri (LT) @ Muviments Festival