OUROBOROS vs CROPCIRCLE, Sigillum Lunæ Vs Coldtrip

Cropcircle

L’esoterismo dell’ouroboros, da sempre raffigurato attraverso il serpente che si morde la coda come simbolo di rinascita perpetua, e il misticismo alieno dei crop circle, osservabili oramai in molte zone del pianeta, e non solo nelle vaste coltivazioni di grano inglesi.

Sigillum Lunæ Vs Coldtrip esce – edizione limitata a 50 copie in un gustoso formato A5 – per Neve Micro e per la Creative Fields, etichetta italiana che può vantare nel proprio catalogo nomi quali Ludmila, Runes Order, Camerata Mediolanense e Dyskinesia. Due artisti di casa nostra, con alle spalle una quasi decennale esperienza, si celano dietro quest’interessante split: l’aretino Marco Grosso (Ouroboros, Snowfade, Permafrost e molti altri progetti) e il piemontese “Cecco” Testa (gestore di Creative Fields) nei panni di Cropcircle.

Comincia “Sigillum Lunæ”, col suo malefico incantesimo. Il secolare e infernale sigillo, forgiato nelle fornaci asfissianti e tossiche della luciferina abbazia di Belfagor, è così profanato. Oscure presenze, gas sulfurei e demoni assassini. Rituali di magia nera e angoscianti cigolii di porte accompagnano gelidi e ventosi paesaggi dark-ambient (“Prasentia Larvæ”), mentre una dronica inquietudine e atmosfere lugubri caratterizzano “Aalixir”, entrambi chiari marchi di fabbrica Ouroboros. Alchimia medievale, messaggi subliminali e pozioni anestetiche e lisergiche si percepiscono nella granitica “Realgar”. Richiude ermeticamente il sigillo l’esoteria remix di “Ignis Rotæ” (la traccia originale è presente nell’album Somnium del 2011).

Coldtrip è il seguito del sublime, introspettivo e oscuro Hymns For Frozen Dreams (2013). Le aperture gotiche celestiali di “Pt. I” si riflettono negli effetti sonori cristallini di “Pt. II”: una sorta di gel congelante e cicatrizzante per ferite dell’animo. “Pt. IV” è una rivisitazione di una traccia appartenente nientemeno che a Burzum (“Naar Himmelen Klarner”), che mantiene la stessa opprimente angoscia dell’originale, ma è certamente meno enfatica e – ovviamente – meno metal.

“Requiem For A Dead Railroad”, il brano di chiusura, è stata scritta e composta a due mani. L’eterna attesa, la fine, la morte, a metà strada tra “Il promontorio della paura” di Martin Scorsese e “L’ascensore per l’inferno” di Alan Parker. In alcuni momenti ricorda certe sonorità giallo-horror dei Goblin e in altre i dronici lamenti di Bobby Krlic alias Haxan Cloak.

Gli autori di questo “vs” descrivono il disco come un viaggio nell’inquietudine sonora, fatto di ombre, freddi paesaggi e atmosfere lugubri e angoscianti: tutte cose azzeccate, ma siccome sono assai banale nelle intuizioni riassuntive, si potrebbe anche vedere come la classica contrapposizione dantesca tra inferno e purgatorio; eh già, anche perché lo sanno tutti che il paradiso non esiste.

Tracklist

Sigillum Lunæ (Ouroboros)

01. Sigillum Lunæ
02. Praesentia Larvæ
03. Realgar
04. Aalixir (Rhemeth Remix)
05. Ignis Rotæ

Coldtrip (Cropcircle)

01. Pt. I (Coldtrip 1)
02. Pt. II (Voltaggio)
03. Pt. III (Coldtrip 2)
04. Pt. IV (Naar Himmelen Klarner)
05. Pt. V (Coldtrip 3)
06. Ouroboros/Cropcircle – Requiem For A Dead Railroad