OTHISMOS, Separazione
Gli Othismos tornano con Separazione, loro secondo album a tre anni di distanza dal primo. Le coordinate stilistiche non cambiano molto rispetto a L’Odio Necessario, ma cementificano tutto il carico nichilista della band, che suona hardcore marcio e putrido, imbastardito da sferzate crust punk dalle lugubri vestigia punk. Traspare dalle otto canzoni presenti in Separazione è una sensazione di disagio e smarrimento davvero notevole. Pochissimi riescono ancora a trasmettere sensazioni così forti maneggiando un genere che in quasi quattro decenni di esistenza ha avuto milioni di interpreti. Il gruppo è in grado di rendere, musicalmente parlando, interessante un genere che soprattutto oggi non ha grandi nomi nel proprio carniere. Soprattutto in ambito underground. La furia impazzita dell’hardcore dei Negazione è portata a un livello superiore come in “Madre”, dove telluriche e gelide bordate black metal ricordano gli Hierophant più crudi ed estremi.
Questo è un passo in avanti per gli Othismos, che incuriosiscono l’ascoltatore con la paura che l’accompagna in questo viaggio oscuro e disarmonico. Come in “La Piaga”, canzone che per loro potrebbe essere un lasciapassare verso un futuro certo di nuovi lidi sonori da scoprire: le digressioni post-hardcore dei Death Of Anna Karina sono dietro l’angolo. I presupposti per andare a creare il disco quasi perfetto ci sono tutti.
Separazione è un disco che trasuda passione, empatia, emotività e ha gli attributi per essere tra i migliori nel genere di quest’anno.