ORGANI, Babylonia

Una serie di coincidenze mi riconduce nell’universo sonoro di Serge Gainsbourg con l’ascolto di Babylonia, il nuovo album di Organi aka Mike Walti, musicista di Oakland (California). Collaboratore di Odd Nosdam (Anticon), Walti è palesemente in fissa con la strumentazione e le sonorità analogiche, e in questo secondo lp esce allo scoperto fin dalla copertina, a tema vegetale, con un tributo al capolavoro di Gainsbourg targato 1976, L’homme À Tète De Chou, vieppiù raddoppiandone i personaggi nella surrealistica art cover. Tutto riporta a quell’album eppure l’attitudine di Organi, la geniale semplicità con cui riesce e trasformare l’atmosfera vintage delle registrazioni in un ambiente sonoro DIY moderno e sofisticato è sbalorditiva. A ben sentire, in risonanza c’è anche tutta la eco di grandi musicisti come Epic Soundtrack, Sean O’Hagan ex Microdisney & Mr.The High Llamas, Eric Littmann, il Jim O’Rourke versione art-pop.

In Babylonia le composizioni si rivelano una più seducente dell’altra, plasmate da un romanticismo soffuso, a tratti amaro, mai banale, un sentimento dedito alla ricerca di un nuovo amore, magari meno sfortunato perché in realtà questa è una festa in completo relax dove, oltre agli ascoltatori appassionati del genere, tutti sono invitati: peccatori, viveurs incorreggibili, lounge lizards in attività. Il brano d’apertura, “Organi”, introduce l’opera con una domanda, “where do we go from here?”, tastiere, organo, basso e batteria a dettare un up-tempo che è simultaneamente riassunto ed essenza dell’anthem gainsbourghiano “Melody”. In “La Rockette” la voce di Nana Lacrima (brasiliana di Bahia residente a Berlino) si nutre del campionamento originale di “… Oh Mon Amour”, tratto dal pezzo più eroticamente noto nella storia della musica, poi “Babylonia”… lacrime-a-dirotto in salsa portoghese, segue “Italiano”, reminiscenza di qualche colonna sonora firmata Piero Umiliani. Tocca a “Hope The World” e qui il fantasma di Gainsbourg si materializza, poi a “Padre Cicero” (de reverendo a lutador), che è un brano di Tim Maia composto nel 1970, sapiente l’arrangiamento dei cori in “Nana Says” e “Old Man Waltz”, cover di “Old Man Willow” degli Elephant Memory, band psichedelica U.S.A. fra i primi collaboratori di Lennon&Ono in quella terra a loro ostile. Applausi a Alix Koliha quando in “Remembering Anna” evoca direttamente Jane Birkin, infine un’altra voce femminile, Yea-Ming Chen (Yea-Ming & The Rumors), la fa da padrona in “Pictures Of Your Face”, potenziale super-hit che mai sarà tale, con video allegato. Conclude un fugace outro strumentale di 59 secondi a sigillare questo piccolo gioiello fuori dal tempo e dalle mode che ha la sola pecca di durare troppo poco (1).

Disponibile anche in lussuoso vinile, Babylonia è edito da Alien Transistors dandoci infine la sponda per consigliare l’ascolto di Parlez-Vous Français?, album d’esordio del 2021 per questo autore da seguire con grande attenzione.

(1) vero è che i due album di Gainsbourg indispensabili in qualsiasi collezione L’homme À Tète De Chou (1976) e L’Histoire De Melody Nelson (1971) sommati insieme non fanno un’ora di musica.