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OREN AMBARCHI & THOMAS BRINKMANN + MARK FELL, 22/10/2016

Venezia, Spazio Aereo.

Questa sera lo Spazio Aereo ci fa una proposta molto coraggiosa: è doveroso rimarcarlo, com’è giusto elogiare l’entusiasmo e la passione del suo staff.

Di Oren Ambarchi abbiamo parlato talmente tante volte che mi limito al link interno. Con lui Thomas Brinkmann, armato (anche) di due giradischi e dei vinili di Klick (lo nota l’occhio clinico del nostro Loris Zecchin), lo stesso album che quindici anni fa gli ha permesso di affermarsi. Oggi è il mattatore: sicuro di sé e del proprio mestiere di dj sui generis, sorridente, scherzoso, tanto che alla fine del stoppa uno dei due giradischi con una manata tipo Shaquille O’Neal e lancia i vinili al pubblico come Lars Ulrich fa con le sue bacchette. Se il compito dei locked groove di Thomas è quello di farsi battito e guidarci nell’ascolto e coinvolgerci, come effettivamente accade grazie a un suono consistente e granuloso, potenziato al massimo dall’impianto incredibile dello Spazio Aereo, la missione di Ambarchi è quella di stendere basse frequenze e di impattare sul corpo, una delle cose che sa fare meglio e che stasera gli riesce dopo un po’ di aggiustamenti alla propria strumentazione. Giustapponendosi, sostanzialmente forniscono al pubblico tutti gli elementi che servono per un buon pezzo dance, anche se la situazione non è quella del club. Alla fine il pubblico applaude soddisfatto, l’obiettivo è stato palesemente raggiunto. Chi si aspettava di più da Ambarchi forse non ha mai visto un live dei Gravetemple: ci è andata di lusso, fidatevi.

Una breve pausa ed è la volta di un nome estremamente significativo per l’elettronica degli ultimi anni: Mark Fell, tra le altre cose metà degli snd. Per due volte il suo laptop si blocca, poi tocca a un cavo ballerino. Lui si scusa e riprende per un po’, ma ha perso la presa sul pubblico. Ricordo che quando a una band si rompe una chitarra, gli altri improvvisano, cantano, fanno melina. Quando a uno un po’ nerd e timido come Fell si rompe il computer… è la fine. Impossibile dare un giudizio, e soffro per ragazzi dello Spazio Aereo che speravano in una serata perfetta, visto il rischio preso con una line up così sfidante. Alla fine è stata molto bella, basta far finta che uno degli artisti sia rimasto a casa con l’influenza.

La foto di Brinkmann è di Antonio Rasi Caldogno.